Gli illuminati
Un complotto internazionale l’ultima ossessione nei licei francesi
PARIGI
ARRIVANO con il contagocce alla riunione del seminario di lettura dei giornali. In questo liceo situato nella parte orientale del dipartimento Seine-Saint-Denis, banlieue parigina, sono una quindicina, soprattutto ragazze, gli studenti che seguono questo laboratorio. Quando chiedo se hanno sentito parlare degli Illuminati, l’ultima moda dei licei francesi, rispondono in coro: «Certo!». E attaccano: «Io ho sentito che era una specie di setta composta per lo più da personaggi importanti che hanno firmato un patto con il diavolo. Sembra che ci manipolino». Un altro liceale aggiunge: «Sì, vogliono dirigere il mondo».
Dove ne hanno sentito parlare? «Su Internet! ». Ci credono? «Io no», «Io neanche. Ma c’è lei che è super esperta». «Sì, io ci credo davvero », ammette una studentessa dell’ultimo anno. «Ho visto dei video su YouTube. Ci sono dei segni sui dollari americani, sugli imballaggi del Kit-Kat, e poi ci sono gli attentati dell’11 settembre». Si inserisce un ragazzo:
«E ne parlano anche in film come Paranormal Activity 4 ». «Ci manipolano attraverso le canzoni, i film, con messaggi subliminali», ipotizza un’altra studentessa. «Io ho smesso di guardare i videoclip dove ci sono i simboli degli Illuminati, come l’occhio, il triangolo…». E chi è che farebbe parte degli Illuminati? «Obama»; «Anche Sarkozy»; «E Jay Z, Rihanna, Beyoncé, Lady Gaga, Kanye West…»; «Anche Le Pen». «Rihanna e Le Pen!», esclama la loro professoressa, Stéphanie P. «Vorrei vederli quando si incontrano!».
La campanella suona per la seconda volta. I liceali restano ancora un momento intorno alla tavola rotonda, piuttosto intrigati dal fatto che l’argomento sia stato evocato ufficialmente. Di solito la loro professoressa di storia e geografia cerca di limitare le discussioni al riguardo. Da un po’ di tempo le sue lezioni sono regolarmente interrotte dall’immancabile «Ma signora, è colpa degli Illuminati!». Che si tratti degli attentati dell’11 settembre
2001 o della carenza di infrastrutture in Mauritania, della schiavitù o della povertà nel mondo, il nome di questa presunta setta viene brandito come spiegazione suprema.
In origine gli Illuminati, detti anche «Illuminati di Baviera», erano una società filosofica nata nel 1776 in Germania, che si richiamava alle idee dell’Illuminismo e predicava un governo mondiale guidato da élite intellettuali mosse da ideali umanistici. La società fu messa al bando nel 1784, ma il suo spettro è perdurato in una letteratura più o meno segreta. Gli Illuminati si sono immischiati nel XXI secolo grazie a libri di fantascienza come i bestseller di Dan Brown, giochi di società, videogame e blog a mai finire. Presso una frangia della gioventù francese hanno trovato un terreno propizio al loro sviluppo. Impossibile
quantificare il fenomeno, dato che a tutt’oggi nessuno ha condotto studi di alcun genere al riguardo. Ma sono tanti i professori che non battono ciglio quando chiedi se i loro allievi menzionano questi illuminati. La Missione interministeriale di vigilanza e lotta contro le derive settarie dice di essere «attenta e preoccupata». È stata interpellata da genitori inquieti, ma non può avviare un’inchiesta perché non ci sono né santoni né pratiche né luoghi di culto.
«I miei studenti mi hanno tacciato più volte di far parte degli Illuminati! L’ultima volta perché avevo una collana con un triangolo, che sarebbe un simbolo della setta. È grottesco », racconta Bénédicte G., professoressa di francese e di storia e geografia in un istituto professionale di Nanterre. Come la moda del satanismo o dello spiritismo negli anni 90 e negli anni 2000, questo «illuminatismo» risponde a un desiderio di cercare spiegazioni esoteriche a un’età in cui è naturale mettere
in discussione il mondo nel quale si cresce. «Ma è la loro convinzione che mi spaventa», prosegue Bénédicte G. Come lei, anche altri insegnanti osservano che il pubblico più permeabile a queste tesi complottiste spesso è rappresentato da giovani provenienti da ambienti disagiati. È nelle zone a istruzione prioritaria e nelle scuole professionali che i professori sembrano più preoccupati. «Con gli Illuminati », dice Bénédicte G, «ognuno difende la sua sofferenza. Per alcuni sono responsabili della schiavitù, per altri del conflitto israelo-palestinese. È come una rivincita su questa società che vedono come ingiusta».
Pierre-André Taguieff, che ha scritto La Foire aux illuminés (Mille et une nuits, 2005), insiste sul lato plastico e pratico di questa teoria. «La narrazione degli Illuminati ci dà l’impressione di conoscere la causa delle nostre sventure», sottolinea. «Per dei giovani che si sentono vittime, questa grande narrazione esplicativa onnipotente esercita una grande attrattiva: hanno trovato i loro colpevoli. Gli Illuminati inglobano i capitalisti, i massoni, gli ebrei, i monarchi, le cerchie di uomini politici, le società pseudosegrete, la finanza internazionale, i banchieri e così via».
Ecco l’aspetto forse più inquietante: la parola «Illuminati» è spesso seguita da affermazioni antisemite e negazioniste. «Questi giovani si fanno la loro cultura storica sul Web e si imbattono in video che gli spiegano il mondo in venti minuti con tanto di buoni e di cattivi», osserva Rudy Reichstadt, direttore del sito Conspiracy Watch, un osservatorio sulle teorie del complotto. «L’effetto può essere molto gratificante per giovani che vanno male a scuola, in questo modo acquisiscono un discorso politico proprio». Secondo Reichstadt, c’è un grosso lavoro da portare avanti sull’apprendimento (in particolare della storia) e anche sullo status delle informazioni che si raccolgono sulla Rete. «Abbiamo a che fare con una generazione che a volte fatica a distinguere le fonti affidabili dalle altre. Per esempio tendono a prendere per oro colato tutto quello che leggono su Wikipedia, qualunque sia l’argomento!», dice desolato.
Stéphane François, frequentemente citato su Conspiracy Watch, studia le destre radicali. Per lui il fenomeno, anche se sembra essere appannaggio di una gioventù depoliticizzata, non è scollegato da una sfera politicamente ben precisa. «Questi discorsi sono molto influenzati da personaggi come Dieudonné e Alain Soral», osserva il politologo. «I miei studenti non hanno letto Soral, ma lo hanno visto su internet!». Questo ideologo di estrema destra, molto vicino al comico condannato per antisemitismo, sostiene che il mondo è dominato da un’oligarchia finanziario- americano-israeliana che chiama «l’impero». Gli Illuminati sono una versione semplificata, più abbordabile per i giovani? «Soral non parla propriamente degli Illuminati, ma come altri imprenditori del complotto, riprende i codici di questa controcultura », osserva Rudy Reichstadt. «Oggi il cospirazionismo non è solo un’ideologia, è anche un business». ( ©Le Monde/ La Repubblica Traduzione Fabio Galimberti