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Gli enti di ricerca bocciano il progetto del super CNR

Durante un incontro di fuoco, convocato ieri in tutta fretta dal ministro Profumo, i presidenti degli enti che si dovrebbero rivedere anche oggi hanno criticato l'inatteso progetto di accorpamento piovutogli addosso come una vera e propria doccia fredda

12/10/2012
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Il Sole 24 Ore

Marzio Bartoloni

È una levata di scudi quella arrivata ieri dai vertici dei 12 enti di ricerca e dai sindacati che ' hanno bocciato il piano di razionalizzazione voluto dal ministro Francesco Profumo che punta ad accorparli in una solo struttura: un super-Cnr (Centro nazionale delle ricerche) affiancato da due Agenzie, una per il trasferimento tecnologico e l'altra per il finziamento. Un piano anticipato ieri dal Sole24 Ore che dovrebbe prendere corpo nel testo definitivo del Ddl di stabilità varato dal Governo nella notte di martedì scorso. Durante un incontro di fuoco, convocato ieri in tutta fretta dal ministro Profumo, i presidenti degli enti che si dovrebbero rivedere anche oggi hanno criticato l'inatteso progetto di accorpamento piovutogli addosso come una vera e propria doccia fredda. «È stato un dialogo difficile» ha spiegato Fernando Ferroni, presidente dell'Infn presente ieri all'incontro. «Per quelle che sono le informazioni circolate questo provvedimento non ha senso», ha aggiunto Adriano De Maio, presidente del Consorzio per l'area di ricerca di Trieste. Le critiche, al momento, non sono tanto rivolte ai contenuti del provvedimento ieri Profumo non ha fornito i particolari-, ma alle modalità attraverso cui il ministro vorrebbe realizzare questo piano, inserendolo cioè nel disegno di legge di stabilità. «Se una riforma è necessaria ha commentato Giovanni Fabrizio Bignami, presidente dell'Inaf questa deve essere perseguita attraverso una discussione ampia seguita da un vero dibattito parlamentare». I presidenti non sono cOntrari in linea teorica a una riforma della ricerca italiana. «Credo che sia evidente che ci sia bisogno di un progetto di riorganizzazione ha detto Ferroni ma sono convinto che in questo si debba coinvolgere tutti gli attori interessati. La mia speranza è che ci sia qualche margine di discussione». Gli enti interessati dall'accorpamento sono: Consiglio nazionale delle ricerche, Agenzia spaziale italiana (Asi), Istituto di fisica nucleare (Infn), Istituto di astrofisica (Inaf) e gli istituti di geofisica e vulcanologia, di ricerca metrologica, di oceanografia e geofisica sperimentale (Ogs), la stazione zoologica ton Dohrn di Napoli, l'Istituto di alta matematica, il centro studi e ricerche Enrico Fermi e l'Istituto italiano di studi germanici di Roma. Le intenzioni di Profumo sarebbero quelle di «accorpare» i 12 enti oggi vigilati dal ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca nel nuovissimo Centro nazionale delle ricerche. E ieri ha fatto capire di non voler far marcia indietro e di voler portare la riforma in Parlamento, dove sicuramente ci sarà battaglia. Riforma che secondo il ministro è necessaria anche per farsi trovare uniti e compatti nel momento in cui si dovrà competere per conquistare i fondi europei che nel prossimo piano Ue «Horizon 2020» saliranno a 8o miliardi. L'obiettivo è quello di non perdere per strada le risorse che Bruxelles mette a disposizione: il nostro Paese contribuisce, infatti, con una quota che corrisponde all'incirca al 144' del totale dei fondi, mentre i finanziamenti che arrivano alla ricerca italiana rappresentano l'8,5% della torta. Una mancata "entrata" che vale 47o milioni. Per questo entro la fine dell'anno sarà messo a punto un piano italiano -denominato «Horizon 2020 Italy» -che dovrà aiutare i nostri ricercatori, le università e le imprese a intercettare i fondi dell'Unione europea. Un piano che sarà scritto anche in base ai suggerimenti che arriveranno da una consultazione telematica avviata ieri dal Miur sul proprio sito (www.istruzione.it).«I risultati ha annunciato ieri Profumo saranno pubblicati a partire dal 15 novembre ed entro la fine dell'anno sarà redatto il documento», in tempo per l'approvazione del bilancio del programma Ue «Horizon 2020», prevista in primavera.


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