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Gli aspiranti prof e il primo concorso dal '99

In ruolo nel 2013 senza prova abilitante Università, in arrivo altri 2.500 docenti

25/08/2012
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Corriere della sera

È dal 1999 che non succedeva: il 24 settembre verrà pubblicato il bando del concorso per selezionare insegnanti nuovi di zecca, 11.892 per la precisione, da destinare alle scuole statali di ogni ordine e grado. Dribblando le contestazioni e lavorando sul territorio, a costo di girare per l'Italia per visitare ogni settimana una scuola diversa, il ministro dell'Istruzione Francesco Profumo è riuscito ieri a ottenere in Consiglio dei ministri il via libera al suo piano «ardito». Tra le 21.112 nuove assunzioni annunciate il 7 agosto scorso, infatti, la metà sarà composta da docenti in attesa nelle vecchie graduatorie, e l'altra metà sarà assunta attraverso un concorso e immessa in ruolo già per l'anno scolastico 2013-2014. Quindi, nessuna prova «abilitante», come negli anni e nei mesi passati, quando i candidati non avevano alcuna certezza di arrivare all'ambito traguardo della cattedra. Ma una sfida concreta, su base regionale, per titoli ed esami. Alla fine di ottobre si svolgerà la pre-selezione nazionale, su una batteria di test uguale per tutte le classi di concorso: dopo il pasticcio dei Tfa (i test adottati nell'ultimo concorso di abilitazione, che hanno rivelato imbarazzanti domande inesatte), il ministero non vuole rischiare. Fatto il pre-test, a gennaio si svolgeranno le prove scritte (che comprenderanno anche una prova di verifica delle competenze disciplinari) e successivamente le prove orali, con tanto di simulazione di una lezione per verificare l'abilità didattica: il tutto in tempo per far iniziare ai nuovi insegnanti l'anno scolastico 2013-2014. A questo primo bando ne seguirà un altro entro maggio 2013, con l'idea di promuovere nuovi concorsi ogni due anni.
Ma qual è l'obiettivo? È quello di affiancare ai precari storici, sfiniti da anni di supplenze, «nuova linfa», neolaureati pieni di voglia di fare e di insegnare. Era proprio questo il punto su cui si rischiava di non trovare l'accordo: il Pd e qualche sindacato hanno manifestato insofferenza rispetto all'idea di assumere nuovo personale, mentre ci sono centinaia di docenti abilitati che aspettano da anni. Per Marcello Pacifico dell'Anief ci sarebbero addirittura 100.000 supplenti precari, pronti a denunciare all'Unione europea lo Stato italiano, e mancherebbero 35.000 Ata (impiegati tecnico-amministrativi): una sovrastima realizzata considerando tutti quelli che sono stati utilizzati come personale Ata anche per brevissimi periodi. Ma a proposito dei docenti, il ministro, forte di una moglie insegnante, ha convinto tutti sulla sua linea: con il decreto adottato ieri nello stesso tempo si valorizzano le vecchie esperienze e i nuovi talenti, nell'ottica di un «equilibrio tra le generazioni». I posti saranno ovviamente assegnati equamente a tutte le classi di concorso e a tutte le Province, ma saranno gli uffici territoriali a chiamare i docenti. Non sono ancora le 34 mila assunzioni che servirebbero di fatto per risolvere i problemi della scuola italiana, ma sono una bella boccata di ossigeno. Anche perché sono associate all'assunzione di 60 docenti di accademie e conservatori di musica, 280 impiegati nel settore tecnico-amministrativo, 134 presidi trattenuti in servizio e anche l'entrata di 1.213 nuovi dirigenti scolastici. Dirigenti che, se tutto va bene, dall'anno prossimo saranno tenuti a seguire le linee guida dell'Invalsi per il raggiungimento degli obiettivi: il Consiglio dei ministri ha infatti dato ieri, come previsto, anche il primo via libera al regolamento sul sistema nazionale di valutazione in materia di istruzione e formazione, una grande novità che permetterà di fare le pagelle anche alle scuole e ai suoi dirigenti, premiando i virtuosi e bacchettando i meno efficienti. Il sistema si baserà su tre pilastri: l'Invalsi (l'Istituto nazionale per la valutazione del sistema di istruzione e formazione) che definirà gli standard a cui le scuole devono attenersi; l'Indire, che si occuperà della formazione dei docenti; e gli ispettori, che valuteranno le scuole e daranno loro dei «voti». «Zero confronto e zero risorse», critica il segretario generale della Cgil Mimmo Pantaleo, annunciando una raccolta di firme per modificare i contenuti del regolamento. Ma il ministero già annuncia che, contemporaneamente all'acquisizione dei pareri degli organi consultivi (Consiglio nazionale della pubblica istruzione, Conferenza unificata, Consiglio di Stato, Commissioni parlamentari) «si aprirà un percorso di consultazioni e confronto sul testo con gli operatori del mondo della scuola, con le realtà associative rappresentanti i genitori, gli studenti e la società civile, nonché con i sindacati del comparto e con le forze politiche».
Novità in arrivo anche nell'ambito università. Assegnati 15 milioni di euro per l'assunzione di 2.500-3.000 professori di seconda fascia, ripartiti tra tutte le università statali anche in base ai risultati della didattica e della ricerca raggiunti da ciascun ateneo e alla virtuosità dimostrata nella spesa del personale. Ancora una volta, è il merito ad essere premiato.

Valentina Santarpia
 


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