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Giornale di Vicenza-Il Cnel boccia il disegno di legge di riforma costituzionale

IL CASO. Il Consiglio dell'economia e del lavoro approva un documento all'unanimità Il Cnel boccia il disegno di legge "A rischio la coesione del Paese. E lede i diritti fondamentali" ...

23/07/2004
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Il Giornale di Vicenza

IL CASO. Il Consiglio dell'economia e del lavoro approva un documento all'unanimità
Il Cnel boccia il disegno di legge
"A rischio la coesione del Paese. E lede i diritti fondamentali"
Roma. Premierato troppo forte, mancata valorizzazione degli strumenti di democrazia partecipativa. E grave rischio per la coesione del Paese demandando solo alle Regioni la competenza su sanità, scuola e polizia locale. Il Cnel, in un documento approvato martedì all'unanimità con cinque astensioni dall'Assemblea, boccia sonoramente il disegno di legge di riforma costituzionale in discussione in prima commissione alla Camera. Una delle critiche più forti del documento del Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro è quello riguardante proprio la devolution, bandiera del Carroccio. Un punto che, per il Cnel, così come è stato concepito lederebbe addirittura l'articolo 3 della Costituzione e che recita: tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
"Il progetto di riforma", si legge nel documento approvato dall'organo di consulenza delle Camere e del governo, "prevede la ricollocazione in regime esclusivo presso le regioni delle competenze relative a tematiche che caratterizzano l'unità sociale e culturale del Paese: l'assistenza e l'organizzazione sanitaria, l'organizzazione scolastica e la gestione degli istituti scolastici, la polizia locale". "È indubbia", scrive il Cnel, "la pesante incidenza di tali materie sui diritti fondamentali individuali e collettivi dei cittadini e delle imprese. L'assetto dei poteri così delineato mette in discussione proprio il principio di uniformità e universalità dei diritti fondamentali nel campo delle prestazioni relative ai diritti sociali e civili".
Nel documento si sottolinea anche che il progetto è "lungi dal superare le lacune e le criticità" della riforma del titolo V fatta dall'Ulivo. E, per quanto riguarda il premierato, si evidenzia che "i maggiori poteri del primo ministro non vengono controbilanciati da quelli degli altri distinti organi". Quindi, il Cnel esprime il timore che "la proposta di riforma in esame possa rendere, di fatto, le modalità di partecipazione della società civile, dei cittadini come delle rappresentanze sociali, meno ampia e meno garantita dal sistema istituzionale del Paese".
Per quanto riguarda quest'ultimo punto, tra l'altro, viene criticata nel testo la "mancata valorizzazione" di "strumenti della democrazia partecipativa come referendum o proposte di legge di iniziativa popolare". Il documento del Cnel si conclude con l'invito a "realizzare riforme coerenti e conseguenti con la cultura della partecipazione e del rapporto dialettico tra le istituzioni e la società civile: occorrono perciò riforme rivolte a valorizzare il ruolo della società civile organizzata quale alternativa agli egoismi e alla frantumazione corporativa degli interessi".
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