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Giornale di Brescia-Scuola, la piaga delle supplenze temporanee

LA TUTELA DEGLI ALLIEVI Scuola, la piaga delle supplenze temporanee Scrivo per denunciare pubblicamente il problema delle supplenze, che quasi tutti gli utenti della scuola pubblica di...

25/10/2004
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Giornale di Brescia

LA TUTELA DEGLI ALLIEVI
Scuola, la piaga delle supplenze temporanee

Scrivo per denunciare pubblicamente il problema delle supplenze, che quasi tutti gli utenti della scuola pubblica di base (infanzia-primaria-media) ignorano e delle cui disfunzioni poi indicano i capi di Istituto come responsabili, visto che ogni giorno nei mass media giungono dalle alte sfere rassicurazioni sull'efficienza del sistema scolastico. Scrivo inoltre ai Sindacati, affinché comprendano quanto la situazione attuale sia assurda e non più sostenibile, soprattutto non tenga conto delle uniche e sole priorità del sistema d'istruzione, ossia il diritto da parte delle bambine e dei bambini alla qualità del servizio erogato! Per favore, qualcuno cambi questo sistema perverso! Non se ne può più. Quando si parla di sprechi e-o disfunzioni nella Pubblica amministrazione l'esempio paradigmatico è proprio rappresentato dalle modalità di conferimento delle supplenze temporanee per sostituire i docenti assenti, soprattutto nella scuola dell'infanzia e nella primaria. Un tempo (fino a 4 anni fa) il sistema era molto semplice ed efficace. Ogni Direzione didattica aveva una graduatoria di istituto alla quale ci si riferiva per le chiamate; ogni insegnante supplente poteva scegliere due soli Circoli, nelle cui graduatorie rientrava. Vi era l'obbligo di residenza nella provincia nella quale si faceva domanda di supplenza; l'obbligo di accettazione della supplenza proposta (in caso contrario vi era il depennamento dalla graduatoria); l'obbligo di non revocare più la supplenza dopo 20 giorni dall'inizio dell'anno scolastico. Come si intuisce, un sistema semplice, di buon senso e molto efficace. Ma lo si è voluto modificare, per dare più opportunità ai docenti precari, senza calcolarne le conseguenze, che ora sono sotto gli occhi di tutti e chi non le vuole vedere o è cieco o è in malafede! Dunque, con il nuovo sistema un insegnante supplente può indicare fino a 30 (trenta!) scuole e rientra nelle rispettive graduatorie, senza limiti geografici e territoriali di residenza. Anche per un giorno di supplenza è obbligatorio offrire la nomina ad un docente che risiede, ad esempio, in Sicilia! Ma questo è ancora niente: ogni scuola ha tre fasce di graduatorie con centinaia (o migliaia come nel caso del mio Istituto) di nominativi di docenti residenti in ogni parte d'Italia e prima delle tre fasce c'è una graduatoria provinciale, che ha la precedenza assoluta. Le assegnazioni non hanno limiti temporali e possono continuare ben oltre i 20 giorni dall'inizio dell'anno, con la possibilità di sostituzione del personale provvisoriamente nominato sino ad avente diritto, con altro personale attinto dalle graduatorie aggiornate. Ma non è tutto: i supplenti, che hanno fatto la domanda in 30 scuole, possono riservarsi il tempo per decidere, possono accettare e rifiutare poi all'ultimo momento se giunge loro una proposta più conveniente (una supplenza più lunga, cosa possibilissima visto che possono essere contemporaneamente contattati da 30 scuole). Il risultato è veramente kafkiano e paradossale: uffici di segreteria che passano ore e ore, mattinate intere, lunghi pomeriggi alla ricerca di un supplente che quasi sempre si rivela una chimera. La conseguenza è che è quasi impossibile reperire un supplente per le supplenze brevi ed anche quando lo si trova, spesso avviene alla fine della mattinata con arrivo nella classe a tempo abbondantemente scaduto! E chi ha nel proprio Istituto plessi periferici raggiungibili solo con la propria vettura, deve fare i conti quasi sempre con l'impossibilità dei supplenti ad accettare per mancanza di mezzo proprio. Sembra impossibile, ma è così, nell'anno di grazia 2004! Ma qualcuno ha calcolato i costi di queste operazioni in termini di risorse umane (impiegate dell'ufficio distaccate solo per tale incarico) e finanziarie (numero incredibile di telefonate, quasi tutte effettuate a cellulari)? Di certo i costi per la funzionalità del servizio sono altissimi, altro che Autonomia scolastica. È un delirio, un delirio organizzato e tutto questo per tutelare i presunti interessi dei docenti precari. E chi tutela i diritti degli alunni? Chi ha responsabilità istituzionali intervenga, prima che il sistema imploda su sè stesso.
Dottor

MARIO FRACCARO

Dirigente scolastico

dell'Istituto Comprensivo

di Lonato


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