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Giornale di Brescia-Perché meno educazione fisica?

LA RIFORMA SCOLASTICA Perché meno educazione fisica? Mi permetta di tornare sulle novità della riforma scolastica del secondo ciclo (ex superiori) prevista nel progetto di decreto le...

01/03/2005
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Giornale di Brescia

LA RIFORMA SCOLASTICA
Perché meno educazione fisica?

Mi permetta di tornare sulle novità della riforma scolastica del secondo ciclo (ex superiori) prevista nel progetto di decreto legislativo presentato dal ministro Moratti e già sottolineate da alcuni attenti lettori. Mi soffermerò soprattutto sull'anacronistica riduzione delle ore di educazione fisica che saranno dimezzate dalle già misere due a una sola settimanale. Rimane, è vero, la possibilità di recuperare spazio all'interno delle tre ore settimanali opzionali, in concorrenza con altre materie scolastiche, ma sarà una lotta dura, perché anche per le materie caratterizzanti il ciclo scolastico sono previste drastiche riduzioni: meno ore settimanali di latino e italiano, oltre che della lingua straniera nel classico, meno ore di latino nel liceo scientifico, nel liceo linguistico e socio-psico-pedagogico, ecc. La riforma sta sicuramente nel cambio del nome della materia che si chiamerà Scienze Motorie. Le consuete due ore settimanali di lezione di educazione fisica, che per oltre mezzo secolo hanno caratterizzato l'apprendimento motorio e sportivo di intere generazioni di studenti, saranno dimezzate, ridotte ad una sola. Ma non era la stessa Letizia Moratti che, con il presidente del Coni Gianni Petrucci alcuni mesi orsono, sosteneva che l'attività fisica, lo sport, sono importanti per la crescita dei giovani? È vero, lo studente può trovare sul mercato privato molte offerte motorie da parte di palestre o di società sportive, ma la mia preoccupazione, da insegnante di educazione fisica, è la perdita di alfabetizzazione del movimento, la perdita di offerta a tutti gli studenti ed il conseguente depauperamento di conoscenza, di pratica di attività sportiva che porta gli studenti ad assumere stili di vita corretti. L'educazione fisica svolta a scuola fornisce a tutti opportunità educative per un miglioramento della personalità e delle relazioni sociali, crea i presupposti per il consolidamento di abitudini sportive permanenti, indispensabili al mantenimento di una salute dinamica, offre possibilità di aggregazione in un sistema sociale, dove l'individuo sempre meno vive esperienze collettive. Le attese di una riforma delle superiori, che prevedesse un aumento delle ore di lezione, allineando l'Italia agli altri paesi europei, sono andate in fumo. Sebbene le Scienze Motorie siano ritenute fondamentali nel processo educativo dello studente e perciò obbligatorie, l'impressione è che gli esperti del Ministero siano stati presi più da uno spirito ragionieristico di decurtazione oraria, che non da un vero intento di riforma. Perciò, a pochi mesi dell'entrata in vigore della riforma della scuola primaria (ex elementari, dove non è prevista l'attività motoria) e della secondaria di primo grado (ex scuola media), che ha già ridotto il monte ore annuale obbligatorio di educazione fisica e sportiva, le proposte del ministro Moratti anche per il secondo ciclo chiariscono che il valore dell'educazione fisica all'interno della scuola italiana è del tutto marginale, mentre nella quasi totalità dei Paesi europei l'educazione motoria, fisica e sportiva è obbligatoria in tutto il percorso scolastico e per un monte ore settimanale decisamente superiore a quello italiano. Nella scuola primaria si va dalle 6 ore settimanali previste in Francia, alle 3 in Spagna e Germania alle zero in Italia; nella scuola media inferiore dalle 4 ore in Francia, alle 3 in Grecia e Lussemburgo alle 2 in Italia; nella scuola media superiore dalle 3 ore in Belgio e Germania alle 2 in Italia (con la proposta di ridurre ad una). Ricordo che il Consiglio d'Europa, l'Unesco, l'Organizzazione Mondiale della Sanità hanno evidenziato l'importanza della qualità e della quantità dell'attività motoria nel curriculum educativo scolastico, necessaria per un adeguato percorso formativo dello studente, individuando nell'educazione fisica e sportiva la risposta per contrastare l'insorgere nei giovani di stili di vita errati. Un percorso opposto a quanto propone la scuola italiana. VALTER BRAGHINI

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