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Giornale di Brescia-La scuola italiana: fatti e proclami

I PRECARI E IL POSTO IN RUOLO La scuola italiana: fatti e proclami Pochi giorni fa i mass-media comunicano l'annuncio del ministro dell'Istruzione - Letizia Moratti - di avviare, su ma...

20/03/2005
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Giornale di Brescia

I PRECARI E IL POSTO IN RUOLO
La scuola italiana: fatti e proclami

Pochi giorni fa i mass-media comunicano l'annuncio del ministro dell'Istruzione - Letizia Moratti - di avviare, su mandato ricevuto dal governo, una massiccia immissione in ruolo nei prossimi cinque anni di 200mila precari storici. Da appartenente alla categoria consentitemi di esporre qalche dato di fatto in merito. Negli ultimi quattro anni la scuola è stata considerata e trattata a mo' di azienda in perdita, oggetto solo di tagli e di politica economica restrittiva con pochi investimenti. Non ultimo il progetto di legge proposto dal Miur che prevede riduzioni di ore settimanali per diverse discipline: meno ore di italiano, di economia e diritto, oltre che di lingua straniera nel classco e di latino nello scientifico, nel linguistico e nel socio-psicopedagogico; riduzione del 50% delle ore di educazione fisica e l'eliminazione delle materie tecnico-pratiche, e l'elenco potrebbe continuare. Recente la notizia di colleghi di ruolo allertati dai dirigenti scolastici sulla possibilità di essere perdenti posto il prossimo anno scolastico nei rispettivi istituti di titolarità di cattedra; in quanto la riduzione di alunni e la cornice normativa di settore fanno concretamente temere diversi presidi, anche nel Bresciano, una riduzione di classi, e quindi di posti. Inoltre, la mega assunzione viene annunciata, quando, ancora nulla è stato fatto per dare attuazione alla prevenzione della legge 143/2004 per l'immissione in ruolo di personale precario per l'anno scolastico 2005/2006; e soprattutto in un quadro politico-economico nel quale si incentivano con benefici finanziari colleghi di ruolo in età pensionabile a restare in servizio e si favoriscono gli stessi colleghi di ruolo (con relativa retribuzione) ad aumentare il proprio orario di cattedra, togliendo di conseguenza ore di lavoro agli attuali precari. A ben riflettere, inoltre, non si è a sufficienza precisato se gli agognati 200mila posti interessano anche i sissini (Siss); nella ovvia seconda ipotesi le cattedre per i precari storici necessariamente si ridurrebbero. Infine, ritengo che detta assunzione è un grosso impegno economico per il governo, in una fase in cui la scuola ha sempre meno fondi, il 30% degli edifici non è a norma di sicurezza e la stessa riforma Moratti comporta dei costi. Vorrei in conclusione, da contribuente ed elettore apartitico, che al posto di concisi proclami (quasi sempre pre-elettorali!) ci fossero chiare spiegazioni (se esistono) sul come si intendono realizzare gli stessi pubblicizzati annunci, ma visto l'autorevole pulpito e lasciando un fioco beneficio di dubbio "al prossimo futuro le attese risposte".
DAMIANO
AZZINNARI

Concesio


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