Giannini: «Rafforzare la scuola paritaria»
«Lo dico da tempi non sospetti rivendica l’esponente di Scelta Civica la libertà di scelta educativa deve trovare anche in Italia un suo spazio politico e culturale concreto, occorre darle una visibilità politica. E servono misure perché le scuole paritarie possano essere una delle opzioni per le famiglie»
Adriana Comaschi
«Mi pare che la visita di oggi possa essere un segnale molto chiaro». Seduta in mezzo ai bimbi di una scuola dell’infanzia parrocchiale, il neo ministro a Istruzione e Università Stefania Giannini ieri da Padova torna a schierarsi in favore delle scuole paritarie, come già all’indomani della sua nomina. Mentre nel pomeriggio rilancia un altro di quelli che possono già essere individuati come suoi leit motiv, e invoca il «merito» per valorizzare gli atenei virtuosi e garantire loro «la certezza dei finanziamenti». In attesa del Consiglio dei ministri che domani darà molto spazio alla scuola (in particolare sul fronte sicurezza), Giannini comincia a tratteggiare la missiondi viale Trastevere con il nuovo governo.
E la prima notazione è tutta politica, come spiega lo stesso ministro in visita alla materna della parrocchia della Natività. «Lo dico da tempi non sospetti rivendica l’esponente di Scelta Civica la libertà di scelta educativa deve trovare anche in Italia un suo spazio politico e culturale concreto, occorre darle una visibilità politica. E servono misure perché le scuole paritarie possano essere una delle opzioni per le famiglie». Di più, «la scuola paritaria è uno dei punti del sistema che funziona meglio quindi si tratta di rafforzarla». Messaggio forte. Che peraltro segue lo stanziamento di 483 milioni, comunicato dal Miur pochi giorni dopo l’insediamento del governo Renzi, a sostegno della scuola paritaria. Allora come ieri, Giannini a frenare le polemiche cita «la raccomandazione del Consiglio d’Europa del dicembre 2012» per il rispetto di uguaglianza e parità nella scelta educativa, «ora sta a noi applicarla».
Giannini si sposta quindi in un centro professionale, e qui riceva «due richieste nette» dalla Regione Veneto perché «la formazione professionale sia tolta dal Patto di stabilità (per poter almeno pagare con i nostri soldi i docenti e il sistema che regge questa scuola). E perché sia riconosciuto anche al Veneto il giusto equilibrio numerico tra studenti e docenti».
La lista dei nodi anche economici all’attenzione di Giannini «il mio è un ministero dove ogni giorno c’è una bomba da disinnescare», è la battuta che si concede si allunga poi all’inaugurazionedell’anno accademico a palazzo Bo. E anche qui il ministro dà un’indicazione precisa. «Siamo qui per incoraggiare l’Università di Padova e tutti gli altri atenei. Sarebbe importante darvi certezze sui finanziamenti e sul fatto che siano triennali e non annuali premette Giannini -: è un’operazione complessa ma ci prendiamo questo impegno». Subito dopo auspica «merito e premialità» anche per diversificare il sostegno università, come prima li aveva promessi per il mondo della scuola, sollecitata sul tema degli stipendi degli insegnanti. Ieri intanto il Miur ha pubblicato i numeri definitivi dei posti messi a bando per le facoltà a numero chiuso, riformulati tenendo conto dei fabbisogni professinali. Saranno 9.983 per Medicina, 774 per Veterinaria, 949 per Odontoiatria e 7.621per Architettura.