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Giannini: "Prof malpagati e poco motivati". E rilancia l'uguaglianza tra scuole private e pubbliche

Il neo ministro indica l'obiettivo di alzare gli stipendi e premiare il merito. "Uguali diritti per le paritarie" che in cinque anni hanno perso uno studente su cinque

27/02/2014
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la Repubblica

Salvo Intravaia

Il contratto degli insegnanti è "mortificante" e da rivedere. Equiparare gli stipendi italiani alla media europea sarebbe un bel passo". A parlare è il neo ministro Giannini che, insieme, rilancia l'idea dell'uguaglianza tra scuole pubbliche e scuole paritarie.

I docenti. Per il ministro la sfida vera "è praticare con i fatti che gli insegnanti siano figura fondamentale nella società, non solo all'interno della scuola: questo significa revisione di un contratto che è mortificante. Non solo perché pagato poco ma anche perché non ha meccanismi premiali". Non è un contratto che, vista la delicatezza e l'importanza del compito, "premia il merito" e "valorizza la fascia di insegnanti che si impegnano, che si aggiornano o che sopperiscono a carenze". Occorre "più autonomia e responsabilità agli istituti per premiare i molti che fanno un lavoro straordinario che è rimasto in ombra".

Scuole paritarie. In arrivo soldi e forse qualcos'altro. Il ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini, sembra proprio intenzionata a rilanciare le scuole paritarie e, quasi in contemporanea, oggi vengono sbloccati i 223 milioni di euro stanziati per le scuole non statali. Probabilmente, le due cose non sono in stretta correlazione, ma per le scuole paritarie potrebbe essere il segnale di una nuova primavera che arresti la crisi in cui si trovano da diversi anni. "Statale e non statale devono avere uguali diritti", ha detto questa mattina in neoministro nel corso di una trasmissione radiofonica su Radio1.

"La libertà di scelta educativa  -  ha puntualizzato il ministro  -  è un principio europeo ed è un principio di grande civiltà. Quello del pubblico è un servizio fondamentale", ma scuole statali e paritarie "devono avere uguali diritti". Col governo Renzi sembra quindi tornare alla ribalta il binomio pubblico-privato. E, sempre questa mattina, la Compagnia delle opere ha comunicato che sono stati finalmente accreditati alle regioni i 223 milioni di euro stanziati per l'anno scolastico 2013/2013, in aggiunta ai 260 già previsti per lo stesso anno. In tutto, 483 milioni che tengono in piedi un settore in estrema difficoltà. A testimoniarlo sono i numeri.  

In appena 5 anni, le scuole non statali hanno perso quasi uno studente su cinque. Mentre le scuole statali, anche a causa della riforma Gelmini, hanno dovuto fare in conti con le classi-pollaio facendo registrare una popolazione scolastica stabile, le paritarie e le non paritarie hanno dovuto fronteggiare una vera e propria emorragia di alunni: meno 19 per cento. Il grosso si è registrato tra i piccoli delle scuole dell'infanzia che hanno perso oltre 200mila alunni pari a un terzo del totale. Anche le scuole superiori non statali hanno subito una mezza mazzata: meno 8 per cento di studenti in appena un quinquennio.

In più di una occasione, i vescovi hanno battuto cassa nei confronti dello Stato affinché rendesse "effettiva la liberta di scelta educativa dei genitori". Mentre le organizzazioni delle scuole non statali  -  laiche e cattoliche  -  hanno sempre sostenuto che un maggiore finanziamento per le paritarie si trasforma, oltre che in una più ampia libertà di scelta per mamme e papà, anche in un risparmio. Ecco il ragionamento. Per ogni alunno delle paritarie, lo Stato spende circa 500 euro: 483 milioni di euro di finanziamento statale per poco più di un milione di alunni. Contro i 6mila euro per alunno spesi dalle statali.

Un argomentazione ineccepibile, se non fosse che la scuola di stato garantisce anche una "imparzialità" e una uguale offerta formativa a chiunque la frequenti. Aspetti che non sempre le paritarie offrono. Ma si tratta di una tesi che, stando alle dichiarazioni di questa mattina dalla ministra Giannini, potrebbe essere sfruttata attraverso un maggiore contributo alle scuole non statali o, in alternativa, contributi  -  diretti o indiretti  -  alle famiglie che iscrivessero i figli nelle scuole non statali. Intanto, la Compagnia delle opere chiede al ministro neoeletto di avviare immediatamente le procedure di assegnazione dei contributi relativi all'anno scolastico 2013/14, "con l'auspicio che situazioni di questo tipo ( i ritardi nell'assegnazione delle risorse, ndr) non abbiano più a verificarsi".


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