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Giannini: la scuola digitale? Ancora a macchia di leopardo

Bisogna formare in itinere i futuri insegnanti e chi già lo è

24/06/2014
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La Stampa

Per quanto riguarda la digitalizzazione delle scuole «abbiamo ancora una situazione a macchia di leopardo nel Paese». Lo ha detto il ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Stefania Giannini, a margine di un convegno sulla digitalizzazione della P.a. alla Camera. 

Per il processo di digitalizzazione nelle scuole «dobbiamo compiere una vera e propria rivoluzione educativa - ha aggiunto il ministro - nel senso che dobbiamo puntare moltissimo sulla formazione permanente degli insegnanti, anche rivisitando il contratto. Se non c’è la possibilità di formare in itinere i futuri insegnanti e chi già lo è, diventerà difficile trasformare la scuola italiana nell’arco dei prossimi 5-6 anni per essere competitiva in Europa». Ha sottolineato il ministro.

Finora, secondo dati ricordati oggi, sono stati investiti 93 milioni di euro per le lim (lavagne interattive multimediali), a cui si aggiungono altri spesi dalle Regioni. Inoltre una scuola su 4 ha una connessione wi-fi. «Dobbiamo lavorare nel “cantiere scuole” - ha aggiunto Giannini - fare proposte per agire su metodi e contenuti e sul ruolo dei docenti nel processo». E a riguardo «stiamo elaborando un protocollo».

Occorre una «rivoluzione metodologica: se gli insegnanti non saranno in grado di “scendere dalla cattedra” e di acquisire un metodo didattico parallelo e interdisciplinare» la digitalizzazione della scuola avrà «un senso modesto», «questa è la sfida più importante».

Gli strumenti per realizzarla «possono essere vari, partiremo con una campagna forte, che crei un’idea corretta di quello che stiamo facendo». Tra le proposte, anche l’individuazione di un docente `promoter´ all’interno degli istituti: «A scuola non ci sono distinzioni funzionali tra insegnanti, ma sulla parte digitale credo si possa individuare un docente promoter, una figura che possa essere, nel percorso, un punto riferimento della scuola».

 


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