Giannini contro Renzi: «Non ci sono errori nella riforma della scuola»
Dopo le dichiarazione del premier a Porta a Porta che lascia intravedere possibili correzioni alla legge. Giannini: «Per me non ci sono errori. Dirà Renzi quali modifiche»
Scintille tra il premier e la ministra dell’Istruzione. A Porta a Porta martedì sera, Matteo Renzi ha sottolineato gli errori commessi dal governo nella Buona Scuola. Lasciando presagire che, dopo il referendum del 4 dicembre, potrebbe mettere mano alla legge contestata. A distanza di pochi giorni, doppia stoccata nei confronti della titolare del Miur, oggetto di critiche per la cattiva gestione del piano straordinario di mobilità: «Sarei stato più contento se avessimo sbagliato di meno», aveva detto Renzi nel corso di un’intervista radiofonica.
Giudici
Dalla ministra Giannini, oggi, una netta autodifesa. Ai giornalisti che le chiedevano se Renzi voglia rivedere la riforma della Buona Scuola, ha risposto: «Il parere di merito va chiesto al premier, chiaramente sarà lui a esprimere quale tipo di modifiche. Non mi pare che abbia detto questo, francamente». E rimpallando qualche responsabilità, ha proseguito: «Per quanto mi riguarda, più che gli errori credo che ci sia una complessità di una legge che si è, in questa fase, combinata con un altro processo che non trapela dalle cronache: dobbiamo ricordare le numerose sentenze dei giudici amministrativi che stanno rendendo complicatissima la gestione ordinaria dell’inizio dell’anno scolastico». «I contenuti della legge che emergeranno nel corso del tempo - ha concluso -, quelli che danno scuola e lavoro ai nostri ragazzi, la scuola digitale, nuove competenze e formazione agli insegnanti, francamente non li definisco errori ma valori che abbiamo portato».
Stallo
La situazione sembra ora in fase di stallo:almeno fino al referendum non dovrebbero esserci novità. Dopo il 4 dicembre, si vedrà che cosa pensa di fare Renzi, se cambiare qualche parte della legge o addirittura, come si vocifera a Montecitorio negli scenari post referendum in caso di rimpasto, sostituire la ministra. In pole ci sarebbe la deputata pd Simona Malpezzi.
Frattura
Intanto, la frattura apertasi il 5 maggio 2015 con la scesa in piazza di docenti, Ata, dirigenti scolastici e studenti, sembra sempre più evidente. E sul «mea culpa» del premier è arrivato anche il commento della responsabile scuola e università di Forza Italia, Elena Centemero: «Come ripeto da mesi, il governo ha sbagliato i tempi, e la fretta con cui è stata varata la legge sulla Buona scuola ha portato a commettere sbagli e a commettere, in molti casi, errori di superficialità», ha dichiarato la deputata. «Sull’organico dell’autonomia, ad esempio, non c’è stata alcuna corrispondenza tra le richieste delle scuole e le competenze degli insegnanti che sono stati assegnati, cosicché oggi non è possibile né ampliare l’offerta formativa né introdurre materie opzionali (previste già dalle riforme Moratti e Gelmini)».