Giannini bersagliata alle feste dem: tra un anno capiranno
per la seconda volta ha dovuto rinunciare a parlare a una festa dell’Unità per una contestazione
ROMA Il sorriso non l’ha perso ma la parola sì, perché un centinaio di insegnanti e sindacalisti inferociti le hanno impedito di parlare, alla festa dell’Unità di Ferrara. Non sono giorni facili per il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, che per la seconda volta ha dovuto rinunciare a parlare a una festa dell’Unità per una contestazione. Era successo a Bologna il 24 aprile, con manifestanti che pestavano pentole e urlavano. Ed è risuccesso l’altra sera a Ferrara, con i «partigiani per la scuola» che hanno cinto d’assedio la conferenza, facendola annullare, per la rabbia del segretario regionale Paolo Calvano. Non è un segreto che la riforma della «Buona scuola» abbia fatto inferocire una parte degli insegnanti e dei sindacalisti. E non è la prima volta che il ministro viene contestato. Era successo a Milano, alla festa nazionale dell’Unità, dove alle urla e alle critiche, lei aveva risposto di essere «orgogliosa della riforma». E altre contestazioni ci sono state a Torino, a Foggia, a Lecce. Ma è l’Emilia-Romagna la regione più ostica. «Sono uno sparuto gruppetto di insegnanti non assunti — minimizza Francesca Puglisi, responsabile scuola Pd — che ci insegue da tempo con pentoline e fischietti. Ma non riusciranno a intimidirci». Il ministro, in partenza per l’India, pare non subire contraccolpi e si limita a commentare: «Sono dispiaciuta per le proteste ma sono fiduciosa che tra un anno tutti capiranno l’importanza di questa legge». Il 9 ottobre ci sarà una giornata di studio al Nazareno, a Roma, con parlamentari e sindacalisti. «Ma ci sono stati molti incontri — spiega la Puglisi — affollati e pacifici. Il clima sta cambiando: forse la riforma comincia a essere compresa, al di là di qualche contestatore isolato. Il ministro? La vedo tonica. Non sarà qualche gazzarra a toglierle il sorriso e la determinazione ».
Al. T.