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Genitori obbligati a ritirare i figli all’uscita polemica alle medie
Bergamo, la circolare di una preside divide le famiglie “A quell’età è tempo che tornino a casa da soli”
12/09/2016
la Repubblica
Zita Dazzi
MILANO.
I primi a lamentarsi saranno i ragazzini, che dalle medie in poi non ne vogliono sapere di vedere i genitori fuori dalla scuola, intravedendo il primo, vero spiraglio di libertà dopo le uscite vigilate delle elementari. Ma alla “Codussi e Galgario” di Bergamo, secondaria di primo grado dell’istituto comprensivo “Alberico da Rosciate”, le famiglie non avranno scelta e dovranno presentarsi all’ultima campanella, per prenderli in consegna. La circolare pubblicata sul sito della scuola, sta già facendo molto discutere, ma non lascia margini di dubbio: «Preso atto della vigente legislazione in materia di responsabilità per la vigilanza, la sorveglianza e l’assistenza nei confronti di soggetti minori, si comunica ai genitori che il ritiro alla fine delle attività didattiche di tutti gli alunni dovrà avvenire attraverso accompagnamento dei genitori (o di un incaricato maggiorenne), in quanto minori di 14 anni». Non tranquillizza gli animi la postilla che «considerate le difficoltà organizzative » è prevista una deroga per i primi giorni di lezione. L’annuncio ha colto di sorpresa le famiglie, ma non l’assessora all’istruzione della città, Loredana Poli, che invita «a trovare una linea di comportamento condivisa», immaginando che nelle famiglie dove tutti lavorano, la possibilità di far fare il tragitto casa-scuola ai figli da soli, rappresenti una boccata d’ossigeno.
Fra le 2mila scuole statali lombarde, non risultano altri casi simili a quello di Bergamo. Ma molti presidi chiedono lumi e la questione è molto controversa, tanto che sul sito della direzione scolastica regionale della Lombardia è apparsa una circolare ad hoc. «La scuola è responsabile dell’incolumità degli alunni fino a che non sono riconsegnati alla famiglia — spiega Luciana Volta dell’ufficio legale della direzione scolastica — cosa che spesso confligge con l’interesse delle famiglie che vogliono che i figli siano indipendenti. In realtà, non c’è soluzione ottimale univoca: la scuola non può ritenersi esentata dal controllo, né le famiglie obbligate a ritirare i figli. Noi raccomandiamo massima cautela e confronto, con progetti per educare i ragazzini ad andare e tornare da soli».
A Milano i presidi sorridono dell’iniziativa presa a Bergamo: «Il passaggio tra elementari e medie presenta la prima prova di autonomia e sono gli stessi genitori che cominciano gradualmente a farli andare e tornare a casa da soli — dice Rita Bramante, dirigente dell’Istituto comprensivo Cavalieri, oltre mille studenti — . Ogni famiglia si regola col proprio figlio e valuta se accompagnarlo. Ma sono in pochi a farlo, magari per i primi giorni, in prima media. Anzi ho molti alunni che vengono da soli, con i mezzi e anche da lontano ».
Le famiglie ovviamente si dividono fra quelle che vedono la prima media come una frontiera di emancipazione, e quelli che ogni giorno si presentano all’uscita. «Mio figlio mi odia e si vergogna davanti ai compagni di classe, quindi mando la baby sitter ad aspettarlo al bar dell’angolo», racconta Caterina Valmaggi, madre di un ragazzino che quest’anno andrà in seconda. «Il tema è in effetti molto dibattuto e sentito perché ci sono state diverse denunce e sentenze che hanno riconosciuto le scuole responsabili per fatti successi ai ragazzi, dopo l’uscita da scuola, ma prima del loro arrivo a casa — spiega Tobia Sertori, segretario regionale lombardo della Flc-Cgil — Interregno di tempo nel quale, secondo la legge, la scuola è ancora responsabile della incolumità degli alunni. I dirigenti vogliono tutelarsi giustamente, specie se il quartiere attorno all’edificio non è sicuro. Il ministero dovrebbe dare indicazioni univoche e valide per tutti ».