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Gelmini: Sui test non torno indietro; dal 2012 si faranno anche in inglese

Nessun giudizio sul lavoro dei prof, la privacy sarà tutelata» Oggi al via i quiz di matematica e italiano, parla il ministro dell’Istruzione

10/05/2011
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Il Messaggero

di ALESSANDRA MIGLIOZZI

ROMA - «Sulla valutazione non si torna indietro. E’ il punto di partenza per avere una scuola migliore. In tutti i paesi più avanzati funziona così». Il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini sa che nelle scuole ci sono focolai di protesta e che in molti si apprestano a boicottare i test Invalsi che partono da oggi per misurare quanto ne sanno gli alunni italiani di matematica e italiano. Ma preferisce «non fare polemiche e guardare oltre».
Ministro la protesta c’è, è innegabile, ma lei non sembra voler arretrare di un passo sulla valutazione
«Bisogna avere il coraggio di cambiare. Perché senza la valutazione non è possibile verificare la qualità del sistema, capire le criticità, apportare miglioramenti. Quelli che boicottano i test sono in pochi. Solo alcuni sindacati più radicali sono contrari. Ma non voglio fare polemica, andare allo scontro. Voglio solo che sia chiaro che con la valutazione non vogliamo punire nessuno, ma apportare miglioramenti al sistema. I test dell’Invalsi servono innanzitutto agli stessi docenti a cui mettiamo a disposizione uno strumento per fare meglio. E comunque sulla valutazione hanno lavorato tutti i ministri dell’Istruzione dall’autonomia scolastica in poi, senza differenze fra destra e sinistra. È evidente che questa è un’esigenza trasversale».
Per le prove Invalsi ci sono novità in vista. Più test per tutti?
«Certamente vogliamo estenderne l’uso e dall’anno prossimo intendiamo portare la prova nazionale anche alla maturità, così come è già accaduto all’esame di terza media. Abbiamo già dato mandato all’Istituto nazionale di valutazione di studiare la tipologia di test che richiede dei tempi lunghi di preparazione. Una prova oggettiva all’esame di Stato serve anche per mettere un freno a quella esplosione ingiustificata di 100 e lode che si registra ogni anno con distribuzioni anomale sul territorio. Mentre, altra novità, sempre dal 2012, vogliamo introdurre all’esame di terza media una prova nazionale di inglese che affiancherà quelle che già ci sono per italiano e matematica. E poi vogliamo estendere il test ad altre materie anche al di fuori degli esami. Pensiamo di cominciare dalle scienze nella scuola primaria. Il sistema di valutazione è in fase di potenziamento e stiamo investendo molto su questo».
I docenti, però, temono di essere giudicati e valutati in base agli apprendimenti dei loro alunni. Chi critica i test dice che servono anche per dividere i prof in buoni e cattivi, le scuole fra quelle di serie A e di serie B, è così?
«No, e lo dimostrano i progetti sperimentali di valutazione che stiamo chiudendo a Napoli, Torino e Milano. Lì per valutare i docenti e premiare i migliori non stiamo tenendo conto dei risultati sugli apprendimenti ma di altri fattori».
Quando si conosceranno i risultati di quelle sperimentazioni?
«A giugno chiuderemo la parte sui docenti e premieremo i migliori».
Tornando ai test che partono oggi, c’è un’altra critica che emerge. Gli studenti delle superiori devono compilare un questionario con dati personali, si temono violazioni della privacy
«I risultati dei test Invalsi vengono trattati in modo statistico, aggregato, utilizzando procedure definite in un codice per il trattamento dei dati, sottoscritto col garante della privacy. Gli studenti e le famiglie non hanno nulla da temere».
Infine c’è chi non crede nello strumento dei test. Per esempio oggi alle superiori tutti i ragazzi faranno la stessa prova di matematica senza distinzione di indirizzo. Come si può ottenere una valutazione oggettiva senza differenziare le prove?
«Le prove Invalsi misurano le competenze, non le nozioni conosciute dai ragazzi. E a prepararle non sono persone avulse dal sistema scolastico. La costruzione delle prove è realizzata dall’Invalsi sulla base di quanto previsto dalle Indicazioni nazionali (i programmi, ndr) e con il coinvolgimento diretto di gruppi di insegnanti, esperti disciplinari e ricercatori che nella predisposizione dei test seguono precise linee metodologiche adottate peraltro anche a livello internazionale».


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