GdM-Il furore della Moratti e le scelte frettolose della riforma scolastica
D'Ercole, consigliere nazionale della Pubblica istruzione Il furore della Moratti e le scelte frettolose della riforma scolastica ATTILIO D'ERCOLE* Anche i bambini di tre anni ormai ...
D'Ercole, consigliere nazionale della Pubblica istruzione
Il furore della Moratti e le scelte frettolose della riforma scolastica
ATTILIO D'ERCOLE*
Anche i bambini di tre anni ormai sanno che la scuola ad agosto chiude per lo più i suoi battenti per consentire un meritato riposo ai suoi operatori, prima dell'avvio del nuovo anno scolastico che, mai come adesso, si presenta pieno di grosse novità ed incognite.
Così non è per il Ministro del Miur, on.le Letizia Moratti, che colta da sacro furore, sta cercando in questi afosi giorni estivi di portare comunque a termine un pezzo importante della sua riforma sulla legge quadro in materia di riordino dei cicli dell'istruzione, alla luce anche dell'impegno, assunto dallo stesso Ministro nei confronti degli stati generali convocati a dicembre scorso, di attivare in pieno il processo di riforma dal prossimo settembre.
L'intenzione è senz'altro buona e degna di tutto rispetto, I dubbi ed i legittimi interrogativi iniziano però a sorgere quando, riflettendo solo per un po' sull'intera operazione, ci si rende conto di non trovarsi in presenza della consueta direttiva di ordinaria amministrazione che si limita a modificare aspetti per lo più marginali nell'attività scolastica, come le tante varate negli ultimi mesi che hanno provocato, comunque, qualche grosso disagio e malessere nella macchina organizzativa ed amministrativa delle singole istituzioni scolastiche.
Nel caso in esame, già esaurientemente evidenziato dalla stampa nazionale, parliamo di qualcosa che dovrà cambiare completamente il "look", per il momento solo alla scuola per l'infanzia ed elementare, senza aver ottenuto i pareri dagli organismi competenti, senza l'approvazione finale da parte della 7a Commissione parlamentare e senza un pur minimo coinvolgimento della categoria assorta in tutt'altri pensieri.
Se si pensa che il nastro inaugurale dovrà essere tagliato fra circa quaranta/cinquanta giorni, sia pur per un varo sperimentale, di un transatlantico o barchetta per destinazione ignota, come consigliere del Cnpi, non posso non esprimere le mie profonde preoccupazioni sulle tante incognite che il viaggio presenta e che, per nessun motivo, può essere lasciato al caso o, peggio, all'improvvisazione col rischio di far naufragare un progetto di riforma che contiene anche elementi di positività ed attenzione.
Sacrificare in nome di una urgenza, non giustificata dalle circostanze, il confronto con le forze istituzionali del Paese, con i reali protagonisti della Riforma e con la società civile, non fa certamente onore a nessuno e, particolarmente, ad un Ministro che ha impostato il suo mandato all'insegna di una più volte conclamata richiesta di larga condivisione sulle scelte future in ordine alla educazione e formazione delle giovani generazioni.
La scuola, già sotto l'occhio del ciclone per le riforme in atto, non è in grado, in così breve tempo, di affrontare ulteriori e sostanziali modifiche, senza l'apporto di nuove risorse e senza un quadro complessivo di riferimento e di certezze. Lasciare l'iniziativa, come nelle intenzioni del Ministero, alle istituzioni scolastiche più coraggiose che opererebbero in virtù dell'autonomia, non risponde minimamente ad una logica di scientificità richiesta dalla delicata situazione.
Considerando, infine nel merito di alcune questioni, che la Legge 148/90, istitutiva dei moduli nella scuola elementare, ha ottenuto un verifica parlamentare positiva a distanza di oltre dieci anni, diventa ancor più difficile capire le ragioni di una scelta così radicale e frettolosa.
La scuola non può e non deve diventare un ring per prove tecniche di schermaglie o, peggio ancora, pratiche che si ripercuoterebbero soltanto sulle teste di una categoria già da lungo tempo martoriata sul piano professionale ed economico.
Rendendomi interprete dello stato di confusione che si sta diffondendo nel mondo della scuola, voglio veramente augurarmi che, nel prossimo Consiglio nazionale della Pubblica istruzione preventivato per il 9 e 10 settembre, prevalga quel senso di equilibrio e giustizia che ha caratterizzato l'operato di quest'organo consultivo e che sulla scuola si realizzi un reale progetto di riforma tale da sopravvivere alle mode del momento ed alle elucubrazioni di una notte di mezza estate.
*(Consigliere Cnpi - consiglio nazionale pubblica istruzione)