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Gazzettino-Università-Riforma Moratti, la protesta dei cinquecento

Riforma Moratti, la protesta dei cinquecento Corteo di studenti e docenti dalla sede universitaria a piazza Unità. "Il sapere non è una merce" Trieste Oltre 500 tra studenti, profess...

13/11/2004
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Il Gazzettino

Riforma Moratti, la protesta dei cinquecento
Corteo di studenti e docenti dalla sede universitaria a piazza Unità. "Il sapere non è una merce"
Trieste
Oltre 500 tra studenti, professori e ricercatori hanno sfilato lungo le vie di Trieste per contestare ancora una volta la riforma Moratti. Slogan e striscioni hanno accompagnato i manifestanti lungo il percorso del corteo che è partito poco prima delle 10 dalla sede centrale dell'Università giuliana di Piazzale Europa percorrendo poi la via Fabio Severo per poi arrivare fino in Piazza Unità. "Il sapere non è una merce, l'Università non è un'azienda" è lo striscione che forse meglio di altri sintetizza il pensiero dei manifestanti che lamentano una mancanza di politiche indirizzate alla valorizzazione della qualità didattica nelle università italiane.Un problema che la riforma dell'attuale ministro dell'Istruzione ha fatto emergere ma che, fanno sapere i rappresentanti della protesta, "riguarda anche i precedenti governi e anche quelli futuri se non ci sarà un cambiamento di rotta". Se il Governo e la sua riforma sono i principali bersagli del malcontento, non mancano le critiche riservate al del rettore Domenico Romeo che pure nell'assemblea di due giorni fa aveva appoggiato la manifestazione invitando tutte le componenti a partecipare.

A Romeo si imputa un atteggiamento eccessivamente prudente e improntato ad un ottimismo che non trova riscontro nei dati sciorinati dagli organizzatori del corteo: se Trieste vede crescere i suoi iscritti e i laureati usciti dall'ateneo giuliano trovano più facilmente lavoro non significa che la situazione sia rosea. Secondo i manifestanti manca la qualità della formazione (nessuna università italiana è nella classifica delle migliori 50 al mondo i questo campo) e del lavoro una volta laureati (Trieste è in testa in quanto a lavoro precario in Italia). La protesta non si conclude con il corteo di ieri e già sono annunciati nuovi appuntamenti che riguarderanno anche le scuole: oggi ci sarà una manifestazione dei Cobas in difesa del tempo pieno mentre il 15 novembre, probabilmente, un altro corteo in concomitanza con lo sciopero indetto dai sindacati generali.

Un corteo unitario per condividere "almeno quella richiesta di cancellazione delle leggi Moratti e dei decreti attuativi che viene unanimamente dai Coordinamenti e dai Comitati". È questa infatti la proposta lanciata dai Cobas a Cgil, Cisl e Uil alla vigilia della manifestazione del prossimo 15 novembre. Anche in questa occasione i Cobas ribadiranno i loro obiettivi: "un contratto con aumenti sostanziosi che indirizzino verso uno stipendio europeo, massicci investimenti nella Finanziaria per la scuola pubblica, il rifiuto del massacro delle pensioni e del furto del Tfr e il diritto di assemblea per tutti".

Paolo Menis


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