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Gazzettino-Ufficio scolastico, rimosso il direttore

Il ministero ha fatto "saltare" Bruno Forte, nominato dal precedente governo: al suo posto un uomo vicino alla destra Ufficio scolastico, rimosso il direttore Un'altra vittima dello spoil-system: "...

28/09/2002
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Il Gazzettino

Il ministero ha fatto "saltare" Bruno Forte, nominato dal precedente governo: al suo posto un uomo vicino alla destra
Ufficio scolastico, rimosso il direttore
Un'altra vittima dello spoil-system: "La sua colpa? L'apertura alle minoranze"

Lo spoil system si abbatte sulle scuole. E "salta" il direttore generale dell'Ufficio scolastico regionale, Bruno Forte, il pedagogista di matrice cattolica "anticipatore" dell'introduzione nelle scuole dello studio delle lingue minoritarie, tra cui lo sloveno e il friulano. Al suo posto arriverà il pugliese Pier Giorgio Cataldi, fedelissimo del ministro Moratti, prima vice direttore dell'ufficio "Servizi per il territorio" del ministero e considerato vicino ad An (pare che l'appartenenza sia comunque smentita dal diretto interessato). L'opzione Cataldi ha prevalso dopo che un tentativo di mediazione tra Forza Italia ed An per affidare l'Ufficio scolastico a un uomo del territorio, operazione coordinata dall'onorevole Ferruccio Saro, è fallita tra veti incrociati.
Forte dovrebbe lasciare l'incarico entro la prima settimana di ottobre, come altri nove colleghi di altrettante regioni italiane. La legge Frattini, approvata il 7 agosto scorso, prevede infatti la "decadenza", entro sessanta giorni, di tutti i direttori generali dell'Istruzione nominati negli ultimi sei mesi del governo precedente, salvo specifica riconferma. Quattro righe "d'ordine del ministro" e firmate dal Capo di gabinetto, arrivate ieri via fax all'Ufficio di via Sant'Anastasio, informano il destinatario "che si sta procedendo all'attribuzione di un incarico di studio con mantenimento del precedente trattamento economico, di durata non superiore a un anno, per carenza di disponibilità di idonei posti di funzione nel ministero dell'Istruzione...".
Forte se l'aspettava. La scelta sulle lingue minoritarie, in particolare lo sloveno, non poteva certo propiziargli l'"ambiente" politico regionale, nonostante l'abbinamento al friulano gli guadagnasse le simpatie dello zoccolo duro leghista.
Nella nota diffusa ieri, nel primo pomeriggio, l'ex direttore generale dice di aver preso atto della decisione e di limitarsi a rispondere "obbedisco", anche se avrebbe gradito un incontro per comprendere le ragioni che hanno motivato la decisione. "Ritengo di esprimermi - scrive - con le parole del Salmo 22: 'Si sono divise le mie vesti e sulla mia tunica hanno gettato la sorte'". Segue un ringraziamento a tutte le comunità scolastiche che nel corso di questo periodo hanno operato "con tanta competenza e disponibilità per la crescita culturale e formativa nei diversi contenuti territoriali", e agli operatori dell'amministrazione scolastica "che hanno contribuito allo sviluppo dell'organizzazione della scuola. "Un pensiero particolare - si legge ancora nella lettera di commiato - va rivolto a tutti i soggetti istituzionali e sociali che hanno investito nella formazione come strategia dello sviluppo della nostra realtà regionale e a tutti coloro che hanno dimostrato simpatia e stima sorvolando anche sui limiti della persona. Come servitore - conclude Forte - è sempre opportuno cogliersi nelle vesti del viandante lungo i sentieri e nei crocevia della via personale e professionale".
La Cgil Scuola regionale ha immediatamente diffuso una nota secca: "E' iniziata l'era del controllo politico nella gestione amministrativa. E' finita l'era dell'imparzialità dell'amministrazione. Arretra la prospettiva dell'autonomia scolastica e di un'amministrazione dialogante con chi governa il territorio". Secondo il segretario regionale Antonio Luongo la "decapitazione" dei dieci direttori rappresenta un ritorno alla "scuola governata dalle circolari ministeriali" e un arretramento sul fronte della "scuola regionale" e della devoluzione alle Regioni in materia di istruzione.
A Bruno Forte, la Cgil - che pur si è scontrata duramente con lui su organici e formazione delle classi - dà atto di essere "un profondo conoscitore della scuola regionale e dei suoi bisogni e persona colta, sempre disponibile, preparata". "Sulle problematiche dell'insegnamento delle lingue regionali - ribadisce Luongo - ha aperto e avviato una nuova prospettiva. Ai problemi e ai bisogni delle scuole con lingua d'insegnamento slovena ha mostrato sempre grande attenzione". Poco incisiva, rileva ancora la Cgil, la sua gestione amministrativa, "condizionata sia dalla fase di avvio di trasferimento di competenze a livello regionale sia dalla scarsa collaborazione ricevuta da quasi tutti i suoi collaboratori". Drastica, infine, la valutazione del sindacato sull'intera partita dell'avvicendamento. "L'operazione, a pochi giorni dall'approvazione di una legge finanziaria che conterrà forti riduzioni di organico, accresce le preoccupazioni per il futuro della scuola regionale, per l'autonomia scolastica, per il futuro della funzione e del ruolo della scuola pubblica nel paese".
Sulla vicenda è intervenuto anche il coordinatore regionale della componente slovena dei Ds, Igor Dolenc, consigliere comunale. "Credo che questa scelta - commenta - sia assolutamente inaccettabile in quanto rappresenta un passo indietro rispetto all'autonomia scolastica e ai tentativi di riavvicinare la scuola alle necessità effettive del territorio. Il fatto che venga nominata una persona evidentemente schierata dimostra che in barba alle leggi sulle lingue minoritarie e sulla legge di tutela, la questione delle scuole slovene diventa estremanente problematica. E' un vulnus per l'Europa dei diritti. Al professor Forte un sentito ringraziamento per quanto ha saputo e voluto fare".
Per il presidente dell'Anci regionale, Flavio Pertoldi, infine, la "rimozione è un sonoro schiaffo all'autonomia del Friuli Venezia Giulia e a tutti coloro i quali la sostengono a voce ma la calpestano nei fatti". Anche perchè, rileva, "non ha alcuna motivazione tecnica o professionale e sembra essere ricondotta al solo impegno di Forte per l'applicazione di una legge dello Stato in regione, legge che prevede l'insegnamento del friulano".
ar. bor.


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