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Gazzettino-Scuole, l'incubo "bancarotta"

La denuncia del sindacato: "A farne le spese sarà la qualità dell'offerta formativa". Alcuni Comuni fanno lo sconto Scuole, l'incubo "bancarotta" Calo delle risorse negli istituti della provin...

12/03/2004
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Il Gazzettino

La denuncia del sindacato: "A farne le spese sarà la qualità dell'offerta formativa". Alcuni Comuni fanno lo sconto
Scuole, l'incubo "bancarotta"
Calo delle risorse negli istituti della provincia. I dirigenti non riescono a pagare nemmeno la Tarsu
Ispezioni fiscali, tracollo economico, rischio fallimento e persino ingiunzioni dal tribunale. Sono i rischi concreti che le scuole pordenonesi stanno correndo a causa della scarsità delle risorse disponibili, insufficienti persino a far fronte al pagamento della Tarsu (Tariffa raccolta rifiuti).
Non è il solito "al lupo al lupo" tipico dei tempi difficili, bensì la denuncia concreta della Cgil Scuola che, dati alla mano, dimostra quanto le casse degli istituti scolastici stiano languendo. Un esempio?

"Farne uno solo è impossibile, perché sono tantissime le scuole che non sono in grado di pagare la Tarsu - tuona Gianfranco Dall'Agnese, della segreteria provinciale Cgil Scuola - nella maggior parte dei casi gli stanziamenti ricevuti non sono sufficienti a coprire l'uscita, dunque l'indebitamento è quasi una soluzione doverosa, se non si vuole evadere le tariffe. In caso contrario, se le scuole saranno insolventi, i Comuni potranno esigere il pagamento forzoso, anche adendo le vie legali e pretendendo pure la liquidazione degli interessi di mora. A subire le conseguenze peggiori saranno, come sempre, gli studenti perché le risorse per pagare la Tarsu saranno distratte da quelle destinate all'offerta formativa, che sempre più potrà essere garantita con il contributo diretto delle famiglie. La situazione è grave: gli istituti scolastici pordenonesi rischiano la bancarotta e il pignoramento dei beni".

Questa, dati alla mano, la mappa delle scuole in bolletta che, per assurdo, devono sborsare per la Tarsu una somma maggiore a quella ricevuta per il funzionamento amministrativo e didattico. Qualche esempio: per le Direzioni didattiche, Casarsa (ricevuto euro 6.876,42 + euro 1.469,35; ne paga 12.454,12 di Tarsu) e Fiume Veneto (euro 8.064,24 + euro 1.319,68; ne paga 12 mila). Per gli istituti comprensivi, Cordovado (euro 7.805,01 + euro 2.287,06; ne paga 19.385). Per la scuola media, San Vito (euro 4.274,78 + euro 991,04; ne paga 8.400).

A fronte di molti istituto che tirano la cinghia, ce ne sono altri invece che dormono sonni tranquilli, perché le Amministrazioni comunali non pretendono alcunché per la Tarsu. Tra queste, l'istituto comprensivo di Fontanafredda, quello di Meduno, la scuola media Marconi di Maniago, la media Ungaretti e la Direzione didattica di Prata. "Una scelta giudiziosa - conclude Dall'Agnese - perché non è logico che il Comune pretenda denaro dalle scuole, strutture comunali, conoscendo oltretutto la grave situazione nella quale versano. È come chiedere soldi a se stessi. Per assurdo, chi se la passa meglio sono gli istituti superiori, perché il calcolo dell'ammontare della tassa è determinato sulla base dei plessi che, nella secondaria, è tendenzialmente unitario e non ripartito su più sedi".

A.B.


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