Gazzettino: Scuole in crisi, metà senza soldi
Secondo la Cgil il 50 per cento degli istituti ha esaurito le liquidità di cassa e si è indebitato
Oltre il 50\% delle scuole ha esaurito le liquidità di cassa e si è indebitato per far fronte al pagamento delle supplenze brevi ai docenti precari. Si tratta del risultato, seppur non definitivo, di un'indagine promossa dalla Flc Cgil provinciale.Rispetto ai 49 istituti del Friuli Occidentale interpellati, la risposta di 28 di essi è già sufficiente a dipingere un quadro drammatico: ben 26 su 28 ha da tempo hanno dato fondo alle risorse destinate al pagamento delle mensilità dei supplenti, in alcuni casi "bloccate" già da qualche mese. «In molti casi - puntualizzano i cigiellini Gianfranco Dall'Agnese e Carla Franza - i capitolati di spesa riservati alle supplenze brevi sono stati prosciugati da tempo e, in alcune realtà, già dal mese di novembre. In linea di massima, con il pagamento dello stipendio di febbraio la gran parte delle scuole sono rimaste a secco e sono state costrette ad attingere da altri fondi o, in qualche caso, a ricorrere all'indebitamento bancario per somme che variano dai 10 ai 40 mila euro. La situazione è nota anche alla Direzione scolastica regionale, destinataria di diverse comunicazioni da parte dei supplenti-creditori che oltre alla busta paga ora pretendono anche la liquidazione gli interessi».
Secondo la denuncia del sindacato della scuola, il quadro debitorio riguarda in particolare le Direzioni didattiche e le medie inferiori, come risulta da una missiva del sindacato indirizzata al ministero dell'istruzione, nella quale evidenzia come si registrino anche ritardi «nella liquidazione delle ore eccedenti del personale docente, dell'attività di pratica sportiva» e «per far fronte alla regolare liquidazione degli stipendi, si utilizzino risorse collocate su altri capitoli di spesa (trattasi, nello specifico, di fondi erogati dalla Regione Friuli Venezia Giulia, vincolati a un preciso indirizzo».
Nella stessa lettera, la segreteria provinciale precisa il rischio dell'apertura di un gran numero di contenziosi: «Questa realtà è aggravata da un credito che il nostro territorio vanta nei confronti del ministero della pubblica istruzione, credito formatosi nel corso dei precedenti anni finanziari che ammonta a ben 11 milioni 105.389,30 euro (vedi relazione della direzione scolastica regionale)» e mette in ginocchio la «funzionalità delle istituzioni scolastiche, le quali rischiano di veder ridotta e impoverita l'offerta formativa». «La direzione scolastica regionale nei giorni scorsi ha diffuso una circolare nella quale chiede a quanto ammontino gli insoluti e come le scuole facciano fronte alla liquidazione delle supplenze - aggiungono i due sindacalisti - il ministero ha inoltre individuato una funzionaria della direzione scolastica provinciale (ex Provveditorato), Augusta Lucchetta, quale referente per i temi inerenti i bilanci. Ora, il prossimo passo è rappresentato dalla scadenza (30 giorni) entro la quale procedere all'approvazione dei programmi annuali e alla determinazione dei criteri e dei parametri per l'assegnazione delle risorse finanziarie. Mancano all'appello ben 600 milioni di euro e le scuole non dispongono nemmeno del 50\% delle risorse che dovrebbero avere. Proseguendo su questa strada, oltre a non riuscire a pagare la Tarsu, ne vanno un'altra volta di mezzo funzionalità, progettualità e didattica».
Alessandra Betto