Gazzettino: Scuola, personale verso lo sciopero
Il 2 maggio si tenta la conciliazione. I sindacati: «Gli istituti devono avere 11,1 milioni»
diCamilla De Mori
«Le scuole friulane versano in uno stato di gravissima crisi». L'allarme lanciato dai sindacati si è tradotto, per ora, nello stato d'agitazione di tutto il personale della regione, proclamato nei giorni scorsi. Ma se il tentativo di conciliazione, che sarà esperito come da prassi il 2 maggio alle 10 a Trieste, fallirà, Cgil, Cisl e Uil attiveranno altre forme di lotta, «non escluso lo sciopero».
I nodi sul tappeto sono molti. Da mesi, denunciano i sindacati, «molti istituti non possono pagare i supplenti», perché il nuovo meccanismo di finanziamento diretto alle scuole si è inceppato e «le casse sono vuote». Tanto che si assiste ad equilibrismi mai visti in provincia di Udine, dice la Cisl, con presidi che in qualche caso «non sostituiscono gli insegnanti ammalati per un breve periodo» o «distribuiscono gli alunni in altre classi». E tutto questo quando le scuole della regione vantano un credito con viale Trastevere di «11 milioni 105mila euro»: ovvero la cifra che si ottiene sommando i fondi stanziati dallo Stato dal 2002 al 2006 per le iniziative didattiche, le attività di educazione fisica e le supplenze brevi, che non sono mai arrivati agli istituti friulani. Il terzo nodo riguarda i tagli agli organici: in regione, a fronte di un aumento di 1.440 alunni (di cui 500 in provincia), «è stata prevista una diminuzione di 101 docenti, che diventano oltre 200 se consideriamo l'organico di fatto», dicono Antonio Bassi della Cisl scuola, Paolo Cicconofri della Flc Cgil, Ugo Previti della Uil scuola e Giovanni Zanuttini dello Snals.
A questo si aggiunge un altro problema, che Cicconofri della Flc Cgil metterà sul tavolo del direttore regionale Ugo Panetta i 4 maggio, al confronto sugli organici delle medie. «Il Friuli Venezia Giulia - dice Cicconofri - rischia di essere una delle tre regioni italiane che non riusciranno a fare il concorso riservato per i presidi in tempo per immettere in ruolo i presidi prima del prossimo anno scolastico. Così 40 scuole della regione potrebbero restare senza dirigente titolare». Il motivo? «Qui si è perso tempo. I colloqui di ammissione per i 70 presidi incaricati - di cui solo 40 potranno accedere al ruolo - che hanno deciso di fare il corso-concorso sono terminati il 28 marzo. Ma da allora, è passato un mese e ancora le lezioni del corso che prevede 160 ore distribuite su tre mesi, non sono iniziate - spiega Cicconofri -. I tempi sono troppo stretti per consentire alla direzione di concludere il tutto entro il 15 luglio, come vorrebbe la Corte dei conti. Ci sono delle scorciatoie che si potrebbero adottare per accorciare i tempi, tipo decidere di fare lezioni full immersion, in meno di tre mesi, oppure fare gli scritti suddividendo i candidati fra quelli in posizione utile e quelli più in basso in graduatoria. Ma ci vuole un impegno preciso da parte della direzione».