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Gazzettino-Rifiuti, la tassa che dalle aule finisce nei bilanci delle famiglie

CASO Rifiuti, la tassa che dalle aule finisce nei bilanci delle famiglie L'offerta formativa taglieggiata dalla tassa sui rifiuti solidi urbani. È la situazione paradossale vissuta dalle s...

03/02/2005
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Il Gazzettino

CASO
Rifiuti, la tassa che dalle aule finisce nei bilanci delle famiglie
L'offerta formativa taglieggiata dalla tassa sui rifiuti solidi urbani. È la situazione paradossale vissuta dalle scuole pordenonesi che per pagare le bollette per lo smaltimento dell'immondizia sono costrette ad attingere ai fondi per il funzionamento degli istituti, con un notevole danno per il Pof (Piano dell'offerta formativa) sacrificato sull'altare della ragione di bilancio.
La denuncia è della segreteria provinciale della Cgil, che spiega come le scuole ricevano dallo Stato soltanto il 38 per cento del fabbisogno utile a far fronte alla spesa dello smaltimento dei rifiuti. Di conseguenza, le scuole sono costrette a chiedere alle famiglie un contributo simbolico (e volontario), indispensabile per far fronte alle spese. Un uso sempre più diffuso per dare ossigeno alle casse degli istituti.

A pagare il costo maggiore di questa situazione sono gli studenti delle classi quarte e quinte degli istituti professionali, che si vedono tagliati i percorsi professionali integrativi al normale corso di studi, titoli che li qualificano in modo determinante sul mercato del lavoro.

Ma qual è l'alternativa all'obolo delle famiglie pordenonesi? "Comuni e Provincia rinuncino alla riscossione della Tarsu - auspicano Gianfranco Dall'Agnese e Carla Franza della Cgil Scuola - il rischio è che gli istituti scolastici debbano tagliare qualche iniziativa, per pagare le tasse dell'immondizia". Dal primo monitoraggio sul fabbisogno-spesa per l'anno 2004, condotto dall'Ufficio scolastico per il Friuli Venezia Giulia, risulta che le somme addebitate alle scuole (pagate o da pagare), calcolate sulla base della superficie occupata, sono notevoli, ma non sembrano seguire sempre un filo logico, perché ogni Amministrazione comunale utilizza parametri propri per determinare gli importi, che ammontano a complessivi 217.279, 73 euro per i 49 istituti della provincia. "Qualche esempio - indica il cigiellino Dall'Agnese - l'Istituto comprensivo di Cordovado registra un importo di 18 mila euro su 10.872 metri quadrati di spazio, contro i 10.313 metri quadrati della Direzione didattica di Sacile che paga per la Tarsu 5.760, 88 euro. Per uno spazio di 10.200 metri quadrati invece l'Isis Torricelli e l'Ipsia di Maniago pagano 770,70 euro".Alessandra Betto


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