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Gazzettino-Ricercatori penalizzati dalla legge Moratti

Caro direttore, la protesta contro il disegno di legge Moratti continua in molti atenei, ed il sentimento di disgusto auspicabilmente sta per radunare decine di migliaia di studenti e ricercatori di ...

23/10/2005
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Il Gazzettino

Caro direttore,
la protesta contro il disegno di legge Moratti continua in molti atenei, ed il sentimento di disgusto auspicabilmente sta per radunare decine di migliaia di studenti e ricercatori di fronte al Parlamento. Proviamo a rendere quantificabile, con un esempio, il danno in termini di ricerca e didattica che questa riforma sta per causare.

Nel dipartimento di Astronomia dell'Università di Padova, che frequento quotidianamente, da oltre trent'anni si formano alcuni tra i migliori studiosi del settore. Attualmente vi trovano impiego una decina di ricercatori ed una dozzina di professori tra associati ed ordinari. La produzione scientifica di un centro di ricerca si può quantificare, in prima approssimazione, in base al numero di pubblicazioni prodotte nel corso dell'anno dai suoi strutturati (informazione ottenibile semplicemente spulciando il sito web professionale che raccoglie le pubblicazioni astronomiche). Questo perché, nella maggioranza dei casi, una pubblicazione professionale attesta un piccolo passo in avanti nella conquista di una conoscenza. Nel corso dell'ultimo biennio (e fermandosi all'ottobre 2005) questo dipartimento ha prodotto oltre 330 pubblicazioni, avvalendosi anche di molte collaborazioni italiane ed estere. In 137 di questi casi è presente la firma di uno o più ricercatori, ed in 44 di questi casi il ricercatore è la prima firma, ovvero il principale responsabile del lavoro. Questo significa che il 41\% della produzione scientifica è ottenuta anche grazie all'apporto dei ricercatori, e che il 15\% è prodotto soprattutto grazie a loro (si consideri che le prime firme tra gli strutturati sono il 10\% del totale).

Conoscendo l'età di questi ricercatori è possibile fare una stima di quanti di questi "passi verso la conoscenza" non sarebbero potuti accadere, nell'ipotesi che il DDL Moratti fosse già in vigore: il 33\%!!! Questo perché, in questa ipotesi ormai non più fantascientifica, i ricercatori che hanno contribuito in parte o del tutto alla stesura degli articoli sarebbero da qualche anno costretti a fare un altro mestiere per vivere, o avrebbero saggiamente optato per il trasferimento all'estero, dal momento che la loro età gli starebbe impedendo il ruolo di ricercatore (che, intendiamoci, non è affatto una vincita alla lotteria). In realtà questa è soltanto una sottostima: è del tutto verosimile infatti che, nel contesto di avvilimento portato dall'approvando DDL Moratti, molti di loro avrebbero preso il volo anche prima dei raggiunti limiti di età.

Lo stesso giochino può essere fatto guardando ai corsi per i laureandi attualmente tenuti dai ricercatori: ben 6 corsi su 16 (il 37\%) non sarebbero possibili, o sarebbero possibili sottraendo più tempo agli altri strutturati (i quali, è bene ricordarlo, avrebbero ancora meno tempo per colmare quel gap di ricerca appena creato). Si potrebbe pensare: va bene, magari l'astronomia è una scienza inutile... Purtroppo però questa situazione si presenta del tutto simile, o identica, pure in tutti gli altri campi del sapere scientifico, anche in quelli più direttamente coinvolti al progresso del benessere umano, come biologia, informatica, fisica, ingegneria eccetera. La gente che produce quotidianamente un terzo del (già poco) sapere scientifico del nostro paese semplicemente cambierebbe mestiere, o riparerebbe all'estero.

Scontato chiedersi ci sia motivo di preoccuparsi o meno. Il DDL Moratti verrà votato dal Parlamento il prossimo 25 ottobre.

Franco Vazza


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