Gazzettino-Pubblico impiego in pre-allarme
LAVORO Contratti bloccati per 280mila dipendenti e la previdenza complementare è ferma al palo Pubblico impiego in pre-allarme Sindacati pronti allo sciopero generale il 21 maggio se il governo...
LAVORO Contratti bloccati per 280mila dipendenti e la previdenza complementare è ferma al palo
Pubblico impiego in pre-allarme
Sindacati pronti allo sciopero generale il 21 maggio se il governo non chiama
Roma
Cgil, Cisl e Uil hanno convocato per il 29 aprile un'assemblea nazionale a Roma dei quadri e delegati nel corso della quale, in assenza di risposte del governo, sarà decisa una giornata di sciopero generale del pubblico impiego e della scuola per il 21 maggio. I sindacati chiedono l'avvio della nuova stagione contrattuale (che interessa il biennio economico 2004-2005) con aumenti retributivi pari all'8\% contro il 3,5\% previsto dal governo. Le organizzazioni rivendicano anche la definitiva chiusura dei contratti del 2002-2003. In concomitanza con lo sciopero, è prevista una manifestazione nazionale a Roma.
In un dettagliato documento di quattro cartelle, Cgil, Cisl e Uil affrontano le varie problematiche aperte nel pubblico impiego che riguardano, tra l'altro, la stagione contrattuale, la previdenza complementare, la privatizzazione dei servizi pubblici.
Rinnovo contrattuale.I sindacati ricordano che ci sono "ancora 280 mila lavoratori che vedono pesantemente messi in discussione il potere d'acquisto delle loro retribuzioni e negato il loro diritto ad avere un contratto di lavoro". Contratti già firmati, come la sanità, inoltre, - rilevano ancora le organizzazioni - sono bloccati da interventi impropri della Corte dei Conti.
Previdenza complementare.I sindacati denunciano, come dopo 5 anni dall'accordo quadro per la previdenza complementare nel settore, sia stato costituito solo il fondo della scuola. "Alla gravità di questo ritardo che rende debole e insufficiente la futura copertura pensionistica dei lavoratori pubblici - affermano nella piattaforma - si aggiungono gli effetti del disegno di legge del governo che incide negativamente sulla previdenza pubblica, contro il quale i lavoratori hanno scioperato il 26 marzo scorso".
Servizi.Secondo i sindacati, la politica di cessione all'esterno di molte attività sta determinando "gravi riduzioni dei servizi alla persona e la messa in discussione di diritti contrattuali e di certezze occupazionali per i dipendenti pubblici".