Gazzettino - Almeno 12 anni di istruzione o ...
Almeno 12 anni di istruzione o ... Almeno 12 anni di istruzione o formazione per tutti; frequenza della scuola dell'infanzia come possibile "credito" per almeno un anno dei 12 obbligatori; dur...
Almeno 12 anni di istruzione o ...
Almeno 12 anni di istruzione o formazione per tutti; frequenza della scuola dell'infanzia come possibile "credito" per almeno un anno dei 12 obbligatori; durata quinquennale per la scuola primaria e triennale per le medie, ma 4 anni per le superiori; percorso di formazione professionale dai 14 ai 21 anni. Sono alcune delle "raccomandazioni" illustrate da Giuseppe Bertagna, presidente della commissione per la riforma dei cicli (istituita dal ministro Moratti, nella foto), in una lettera a sindacati e associazioni del settore.
Si chiede ai vari organismi di esprimere un giudizio "sull'ipotesi di 'nuovo piano di attuazione della riforma della scuola' tenendo conto, per quanto possibile e se condivise delle raccomandazioni indicate". Tra queste oltre all'obbligo di 12 anni di istruzione c'è la "valorizzazione della scuola dell'infanzia valutando se considerare la frequenza (che resta facoltativa) come credito per gli anni obbligatori".
Si pensa poi "nella cornice ordinamentale della scuola primaria quinquennale e della scuola secondaria di 1. grado (triennale) di un piano degli studi unitario, continuo e progressivo organizzato in cicli biennali, dove si realizzi un più efficace raccordo tra l'ultimo anno della scuola primaria e il primo della secondaria di primo grado". Si sottolinea anche l'importanza di "progettare una scuola secondaria superiore di elevata qualità culturale ed educativa, prevedendo la possibilità di completarla con eventuali anni di specializzazione non universitaria". Si fa quindi riferimento alla necessità di un "percorso graduale e continuo di formazione professionale parallelo a quello scolastico ed universitario dai 14 ai 21 anni abilitato a rilasciare 3 titoli di studio: qualifica, diploma professionale secondario, diploma superiore". Ed ancora: "Predisporre piani di studio nazionali obbligatori che consentano più di ora sia percorsi e completamenti personalizzati da parte delle famiglie e degli studenti, sia una maggiore verifica comparativa nazionale dei risultati". Si accenna infine anche all'opportunità di "prevedere linee di formazione iniziale degli insegnanti in relazione ai cicli". Su queste raccomandazioni viene chiesta una risposta o "eventuali ipotesi alternative". La stessa Moratti sottolinea che "l'orientamento degli studenti diventerà obbligatorio per le scuole e va gestito con l'apporto di soggetti pubblici e privati che a vario titolo sono coinvolti e competenti".
Subito è arrivato il giudizio negativo dall'Unione degli studenti (Uds) e dal sindacato autonomo Unicobas: "Se la riforma passasse così verrebbero eliminate fra superiori ed elementari circa 30-40.000 cattedre" dice il sindacato criticando inoltre la "trasformazione della scuola in un servizio per gli appetiti del capitale. Altri motivi per lo sciopero del 12 novembre". Contrari anche gli studenti Uds: "Sarebbe un pesante ritorno al passato per la scuola italiana. Si vengono a perdere gli elementi migliori della riforma Berlinguer-De Mauro, che aveva i suoi punti di forza nel tentativo di configurare uno stretto rapporto fra scuola, formazione professionale e apprendistato, come aree di formazione diverse ma comunicanti". Giudizi positivi invece sono arrivati dal responsabile di An per la scuola, Giuseppe Valditara: "Un punto di partenza interessante".
Gi. B.