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Gazzettino-A un ministro dell'Istruzione non ...

A un ministro dell'Istruzione non ... A un ministro dell'Istruzione non dovrebbe sfuggire la differenza tra sperimentazione e test. Duecento scuole in tutta Italia sono pochissime per una spe...

09/08/2002
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Il Gazzettino

A un ministro dell'Istruzione non ...
A un ministro dell'Istruzione non dovrebbe sfuggire la differenza tra sperimentazione e test. Duecento scuole in tutta Italia sono pochissime per una sperimentazione, sono troppe per un test. Sparse per la penisola si contano alcune decine di migliaia di scuole materne e elementari, sperimentare su questi numeri non ha valore.L'impressione è che il governo non abbia soldi per la scuola e Berlusconi abbia voluto dare un contentino alla Moratti il giorno dopo che la signora era stata umiliata in Consiglio dei ministri. Forse il Cavaliere ha qualche problema di rimpasto per aggiungere nuove tensioni. Sulla scuola lo Stato è in grave ritardo, le responsabilità sono di questo come degli altri governi. Per quarant'anni sull'istruzione l'immobilismo è stato scientifico, poi all'improvviso ogni ministro ha cercato di cancellare quello che aveva fatto il predecessore. Non importava che fosse utile o meno, era essenziale cancellare con una furia non raramente mossa dall'odio ideologico. In questo tra Berlinguer e la Moratti le differenze sono minime.
La scuola ha bisogno di una riforma vera e calata nella società. L'ultima con queste caratteristiche, al di là dei giudizi, è stata quella di Giovanni Gentile. Nel progetto di donna Letizia non mancano gli aspetti positivi: il "maestro prevalente" sarà pure un ritorno al passato, ma è un ritorno al passato migliore. I segnali, invece, si confondono in un piano che non c'è: questa Italia si blocca sempre quando deve aprire la finestra sul futuro. È difficile capire un'ampia maggioranza che mira alla grande trasformazione della società e non si muove sulla scuola. Nessuno investe sul "capitale umano" e oggi la scuola è poco efficiente, povera e inageduata. Ha il passato, ma non investe sul domani. Il nostro è un sistema educativo con un grande avvenire dietro le spalle


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