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Gazzetta di Reggio: Compresenza, c'è una sentenza

Giuseppe Caliceti

10/05/2010
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Gazzetta di Reggio

Credo sia importante informare i docenti reggiani della sentenza del Tribunale di Firenze che ha sancito il comportamento antisindacale di un dirigente scolastico di una scuola pubblica che non ha rispettato le delibere del collegio docenti e la contrattazione d’istituto sulla programmazione delle ore di compresenza. Il collegio veva deliberato che tutte le ore non direttamente assegnate all’insegnamento frontale fossero, tutte, utilizzate «per il recupero individualizzato o per piccoli gruppi di alunni sulla propria classe o su altra classe». Nel contratto d’istituto era specificato che «le parti convengono che si proceda a nomina in sostituzione del personale assente fin dal primo giorno di assenza». In sintesi: in caso di assenza per malattia di un docente, non si può sopprimere la compresenza prevista su un’altra classe per coprire la classe del docente assente, ma deve essere nominata una supplente. Di fronte a numerose violazioni di tale accordo la Flc Cgil ha presentato ricorso per comportamento antisindacale e il giudice ha condannato l’amministrazione scolastica per la «reiterata violazione di accordi liberamente sottoscritti» ordinando alla stessa di «astenersi da tenere analoghe condotte con rimozione degli effetti prodottisi». La sentenza conferma il ruolo della contrattazione e la competenza del collegio docenti per quanto riguarda il piano dell’offerta formativa e costituisce un modello di comportamento che potrebbe essere utile anche in altre scuole italiane, visto che nel corso di tutto lo scorso anno scolastico, ma già anche nell’attuale, le ore di compresenza vengono utilizzate regolarmente per risparmiare sulle supplenze. Il giudice ha chiarito che l’entità del finanziamento per le supplenze non giustifica la violazione degli accordi. Credo sia una sentenza importante perché può aiutare a fare chiarezza a tutti coloro che sono impegnati nella difesa delle ore di compresenza nella scuola pubblica, cioé di quelle ore in cui ci sono due docenti in classe. La compresenza non è, come affermato da Gelmini, una perdita di tempo ma un diritto degli studenti che permette ai docenti di suddividere la classe in gruppi di livello diverso di apprendimento per aiutarli meglio.


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