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Gazzetta di Parma-Riforma sì, ma dove?

ISTRUZIONE'#8212;La Micheli tra le candidate, l'elenco per ora è "top secret" Riforma al via. Ma dove? Alcune scuole hanno aderito: solo due saranno scelte A scuola e all'asilo un anno ...

30/08/2002
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Gazzetta di Parma

ISTRUZIONE'#8212;La Micheli tra le candidate, l'elenco per ora è "top secret"
Riforma al via. Ma dove?
Alcune scuole hanno aderito: solo due saranno scelte
A scuola e all'asilo un anno prima. È questa la novità che verrà introdotta in circa duecento scuole italiane dalla nuova riforma Moratti: una sperimentazione che consentirà ad alcune classi pilota di iniziare l'ormai imminente anno scolastico con alunni che compiranno sei anni (tre per le materne) solo nel 2003.
I lavori di attuazione del progetto, tuttavia, stanno incontrando non pochi problemi: tempi ristretti e incertezza sulle disposizioni previste dal provvedimento di attuazione (ancora non definitivo) sono i due ostacoli sulla strada della sperimentazione.

Per saperne di più sull'innovativo progetto, che coinvolgerà anche alcune scuole di Parma, ci siamo rivolti a Giacomo Giannuzzi, dirigente del Centro servizi amministrativi: "Alcune scuole di Parma e provincia _ ha spiegato il provveditore agli studi _ hanno già aderito alla sperimentazione, anche se la procedura deve essere ancora formalizzata: per ogni provincia saranno ammesse al progetto solo due scuole tra quelle che ne hanno fatto richiesta".

Giannuzzi fa notare che le innovazioni della sperimentazione riguardano sostanzialmente due aspetti: "Anticipare l'inizio della scuola elementare e per l'infanzia di un anno, e l'introduzione della figura del maestro prevalente. Dunque bambini di cinque anni e mezzo a scuola, due anni e mezzo alla materna e un'organizzazione didattica volta a valorizzare la capacità progettuale della scuola".

I genitori che riterranno, dunque, opportuno iscrivere il figlio a scuola un anno prima potranno fare richiesta alle scuole che verranno inserite nella sperimentazione: nessun obbligo.

Ma quante e quali scuole hanno fatto domanda di sperimentazione? Giannuzzi preferisce mantenere il riserbo: "Non vorrei fare nomi prima di avere conferme ufficiali per l'avvio della sperimentazione: comunque a Parma ci sono diverse scuole candidate al progetto. A livello nazionale saranno coinvolte più di duecento scuole, circa cinquantamila bambini e settemila docenti. Per quanto riguarda, invece, le modalità di organizzazione o i criteri di scelta delle scuole non sappiamo ancora niente".

Cercando un po' in giro, qualche "candidato" alla fine salta fuori. "Abbiamo fatto domanda per la sperimentazione - conferma Franco Tarasconi, direttore dell'istituto comprensivo "Micheli", nell'omonima via _- e riteniamo di avere tutte le carte in regola per essere scelti dal ministero: le richieste sono arrivate dalle famiglie di sei bambini del nostro quartiere. Se dovessimo diventare i titolari della sperimentazione apriremo le iscrizioni".

Sul fronte dei sindacati, tuttavia, piovono critiche: questa sperimentazione non è vista di buon occhio. Non piacciono, in particolare, i tempi ristretti dell'intera operazione.

"Il ministero _ dice Claudio Schiaretti, segretario provinciale Cgil-scuola _ dovrà incontrarsi venerdì (domani, ndr) con l'Anci, l'associazione nazionale dei Comuni italiani per gli accordi: difficile sapere come andrà a finire. Poi i lavori riprenderanno il 2 settembre, a pochi giorni dall'inizio delle scuole: il collegio docenti e il consiglio d'istituto di ogni scuola richiedente dovranno approvare la decisione di adesione alla sperimentazione. Dopo tutto questo, inizierà la fase di informazione e quella di organizzazione delle classi, proprio a ridosso della prima campanella".

I dubbi della Cgil riguardano non solo le modalità ma anche i contenuti della riforma: "La circolare sul progetto - prosegue Schiaretti - è molto vaga e non contiene niente di preciso: con tutta probabilità gli obiettivi didattici resteranno gli stessi delle altre classi, senza grandi innovazioni. Le uniche novità saranno l'anticipazione di un anno e il maestro prevalente. La Cgil è contraria a questa sperimentazione".

Luca Sommi


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