Gazzetta di Modena: Tempo pieno, servono garanzie
«Gli studenti - attacca l’assessore all’istruzione Adriana Querzè - aumentano, a differenza del numero degli insegnanti che resta stabile. Ciò si traduce in classi ancora più numerose di quelle che, già oggi, sono ben oltre la media di 21 alunni
Tempo pieno, servono garanzie
La Querzè sulla scuola: «Impegno di Governo e Regione
Anche la Facchini scrive a Roma
E dalla Regione la Manzini chiarisce «Il ministro Fioroni riconosce le esigenze
«Quattro classi a tempo pieno con un solo insegnante; tempo prolungato non garantito; una sezione di scuola dell’infanzia statale che funzionerà solo al mattino; tre progetti per l’integrazione degli alunni stranieri cancellati; un insegnante di sostegno ogni 3 o 4 ragazzi disabili; 50 alunni in più nella sola scuola elementare a numero invariato di docenti».
Sono queste le criticità che le scuole dell’infanzia statali, elementari e medie di Modena potrebbero registrare nel prossimo anno scolastico da settembre.
«Gli studenti - attacca l’assessore all’istruzione Adriana Querzè - aumentano, a differenza del numero degli insegnanti che resta stabile. Ciò si traduce in classi ancora più numerose di quelle che, già oggi, sono ben oltre la media di 21 alunni fissata dalla Legge Finanziaria e che in alcuni casi raggiungono le 28 o 29 unità. Manca la garanzia del tempo pieno che continua ad essere il modello di scuola più scelto dalle famiglie modenesi. Per le nuove classi prime e per alcune delle classi già funzionanti viene assegnato un solo insegnante e non i due necessari. E’ una risposta parziale ed inefficace alle legittime domande delle famiglie e al diritto dei ragazzi ad una continuità organizzativa e didattica del loro percorso di studi. Si è alzato il rapporto fra insegnanti di sostegno ed alunni disabili, ma sappiamo bene che l’integrazione senza risorse è un’operazione inefficace e perdente, che penalizza tutti, a partire dai più deboli. Cosa chiediamo? Innanzi tutto che il governo assegni alle regioni le risorse necessarie al funzionamento della scuola tenendo conto dell’aumento della popolazione scolastica, della composizione di questa popolazione, dei livelli di integrazione dei disabili fino ad ora garantiti e dei modelli organizzativi consolidati sul territorio (tempo pieno e tempo prolungato). Inoltre chiediamo che l’Ufficio Scolastico Regionale assegni le risorse alle province in modo equo e non penalizzi le realtà locali che, come quella modenese, hanno già razionalizzato, ad esempio chiudendo le scuole con pochi alunni ed accorpandole in circoli didattici e presidenze che ormai hanno migliaia di studenti. Questa situazione mette in grave difficoltà gli Enti Locali, e in modo particolare quelli che, come il Comune di Modena, hanno sempre sostenuto con forza la scuola pubblica».
Anche l’assessore provinciale Silvia Facchini definisce inadeguati gli organici: «Così si rischia la chiusura. L’amministrazione statale per la prima volta non ha assegnato nessuna risorsa in più rispetto allo scorso anno, consolidando solo gli otto posti già precedentemente istituiti».
L’assessore regionale Manzini interviene immediatamente con una simbolica tirata d’orecchie alla collega Bastico al Governo.
E’ a Roma che chiede più attenzione alle emergenze: «Le preoccupazioni manifestate dai sindacati per i tagli organici sono fondate. Nei giorni scorsi ho personalmente contattato il ministro Fioroni, il quale ha riconosciuto le esigenze della nostra regione in merito alle necessità di organico, assicurando l’attenzione sul tema degli organici. Come Regione siamo impegnati a sostenere la giusta richiesta della scuola in provincia di Modena