Gazzetta di Modena: Scuola, 627 tagli locali Scure sulle elementari
Si annuncia piuttosto gelida l’estate per i lavoratori precari della scuola che da oggi, come ogni anno, rivestono la qualifica di «estranei alla pubblica amministrazione
Entreranno a centinaia questa mattina ai Centri per l’Impiego modenesi per iscriversi alla lista dei disoccupati e con pessime prospettive per il futuro. Si annuncia piuttosto gelida l’estate per i lavoratori precari della scuola che da oggi, come ogni anno, rivestono la qualifica di «estranei alla pubblica amministrazione», per fine incarico annuale iniziato il 1 settembre.
La novità è che è stato più che dimezzato in corso d’opera il numero di immissioni in ruolo previste dalla Legge finanziaria. E come abbiamo anticipato ieri il governo ha appena deciso di tagliare più di centomila posti di lavoro con pesanti ripercussioni sulla provincia di Modena e sulla regione. Le 25 mila assunzioni in ruolo su base nazionale decise ieri l’altro, dunque, hanno l’aria di essere l’ultimo treno per la stabilizzazione del rapporto. Molti precari, ancora all’oscuro delle novità, rimarranno tali a vita.
Stando alle stime del «Sole 24 Ore», la provincia di Modena perderà 627 cattedre e 443 posti di Ata, ausiliari, tecnici e amministrativi, quasi quanto la provincia di Bologna dove si registra il taglio di 713 docenti e 516 Ata. Altro che assunzioni. La cura Tremonti rischia di mandare sul lastrico tante famiglie e ha spinto la neoministra dell’Istruzione Mariastella Gelmini ad ipotizzare, ieri l’altro, l’assunzione dei perdenti posto presso aziende turistiche, scatenando le ire del popolo della rete.
Nella nostra provincia saranno le elementari a pagare di più, specie se sarà confermato il progetto di tornare al maestro unico al posto dei tre attuali. Il sacrificio sarà di 241 posti. Seguono le superiori con un taglio di 193 cattedre, le medie con 132 e le scuole dell’infanzia dove perderanno il posto 61 insegnanti. A peggiorare la situazione contribuisce il mancato pensionamento di migliaia di insegnanti che hanno evitato di dimettersi dopo la sospensione della riforma Maroni. (vincenzo brancatisano)