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Gazzetta di Modena: «Salviamo la scuola»: 600 insegnanti in corteo

Protesta anti-tagli e contro il dirigente che minaccia sanzioni a chi parla con la stampa

21/05/2010
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Gazzetta di Modena

di Gabriele Casagrande

MODENA. Oltre 600 insegnanti delle scuole medie inferiori e superiori in corteo per le vie del centro per protestare contro i tagli imposti dalla riforma Gelmini. Da Piazza Matteotti, lungo la Via Emilia fino a davanti all’ex Ospedale Estense i docenti si sono diretti al Muratori.
Striscioni e slogan: così si è manifestata la rabbia degli insegnanti e del personale Ata per i tagli della riforma Gelmini e per i sindacati, spesso accusati di essere distanti e incapaci di rispondere alle esigenze di chi vive la scuola ogni giorno. Alle 11, inizialmente sono poco più di 200 i manifestanti riuniti in piazza Matteotti armati di trombette e bandiere delle sigle sindacali.
Il parere dei rappresentanti Cgil, Cisl, Snals e Gilda è unanime: non è vero che la riforma Gelmini incrementa le ore del tempo pieno, ma colpisce il precariato, inficia la qualità dell’i nsegnamento e nella provincia di Modena porterà a un calo di 212 posti docenti per il prossimo anno scolastico. Ma i docenti non sono soddisfatti dell’operato di chi dovrebbe difendere i loro diritti: «I sindacati non sanno mai niente!» urla un manifestante all’indirizzo di un gruppo di sindacalisti che aveva appena terminato un giro di interviste con la stampa.
La rabbia degli insegnanti monta sempre di più a causa di una circolare del direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale che, molto caldamente, consiglia agli insegnanti di non rilasciare dichiarazioni capaci di intaccare l’immagine della pubblica amministrazione. In parole povere, ai docenti viene posto il divieto di esprimere perplessità e critiche sullo stato attuale della scuola: «Sta girando nelle scuole questa circolare del direttore Marcello Limina che ci invita sostanzialmente a tacere, anche minacciando sanzioni disciplinari - spiega il prof Alberto Molinari, Liceo San Carlo - Noi oggi in questa assemblea ribadiremo il fatto che esiste l’Articolo 21 della Costituzione che prevede la libertà di parola in tutti i luoghi: chiediamo a tutti i colleghi e ai dirigenti scolastici di non farsi esecutori di queste direttive».

Alle prime battute, a fare rumore non è tanto la manifestazione in sé ma la robusta presenza delle forze dell’ordine che, fra Carabinieri e Polizia di Stato, mobilita 4 camionette per un totale di uomini che supera le 30 unità; Francesco Giliani, segretario di Rifondazione e docente presso il Liceo Wiligelmo, ironicamente plaude a questa presenza: «Ringrazio le Forze dell’Ordine che oggi sono venute qui a fare numero: sicuramente sono gli insegnanti in sciopero a causare problemi per la pubblica sicurezza».
«Scuola pubblica Svendesi» titola uno striscione dell’Rsu Fermi, «No ai tagli alla scuola, sì al ritiro della Legge 133» recita un altro, «Sciopero degli scrutini, lo chiedono 500 lavoratori» proclama l’ultimo, ripresentando così un annuncio già fatto diverse settimane fa dal sindacato Gilda. Giunti nell’aula magna de
l Liceo Muratori, 220 posti di capienza, la rabbia degli insegnanti esplode contro gli organizzatori: metà dei manifestanti rimane fuori e non può seguire l’assemblea che, dopo essere stata spostata sul piazzale antistante il Liceo su consiglio della Digos per motivi di sicurezza, approverà un documento che chiederà le dimissioni del direttore Limina.

(21 maggio 2010)


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