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Gazzetta di Mantova-Quante promesse non mantenute

SCUOLA Quante promesse non mantenute Facciamo parte di quella "minoranza chiassosa" che ha molto da ridire sulla tanto decantata e fin troppo pubblicizzata riforma della scuola. È sotto gli oc...

01/04/2004
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Gazzetta di Mantova

SCUOLA
Quante promesse non mantenute

Facciamo parte di quella "minoranza chiassosa" che ha molto da ridire sulla tanto decantata e fin troppo pubblicizzata riforma della scuola.
È sotto gli occhi di tutti, nonostante vogliano farci credere il contrario, che la promessa delle "tre I" (Inglese, Informatica, Impresa) in realtà non sarà mantenuta.
Il ministro Moratti annuncia che "finalmente" l'inglese potrà essere introdotto nella scuola elementare a partire dalla prima classe. Nella nostra Provincia vi sono scuole che da molti anni hanno inserito l'inglese sin dalla prima elementare. In alcune realtà tale insegnamento viene offerto addirittura già alla scuola materna.
Prima della riforma nella scuola elementare si poteva anche arrivare, in cinque anni, a circa 429 ore di lingua straniera. Con la riforma Moratti avremo 297 ore, sempre in cinque anni. (!?!?).
Vogliamo parlare della scuola media? Viene reso obbligatorio lo studio della seconda lingua straniera. Attualmente, in un bilinguismo, sono previste 594 ore in tre anni (297 di inglese e 297 della seconda lingua). In seguito alla riforma l'inglese sarà decurtato del 45% (da 297 a 162 ore) e la seconda lingua del 33% circa (da 297 a 198 ore). Sarebbe questa la famosa prima "I" di Inglese? Grazie ministro!
Sulla seconda "I", Informatica, vi sono pure forti dubbi se pensiamo che, sul territorio nazionale, le scuole hanno laboratori di informatica allestiti in modo disomogeneo e le risorse per dotare di computer quelle scarsamente attrezzate sono insufficienti. Anche la seconda "I" di Informatica è dunque una falsa promessa.
Il sottosegretario Valentina Aprea, dovendo riconoscere in Parlamento la riduzione delle ore di lingua straniera ha detto: "L'obiettivo fondamentale è quello di migliorare la qualità, piuttosto che la quantità degli insegnamenti, quello che conta sono le competenze alla fine dei percorsi formativi e non le lore di insegnamento erogate".
Da queste parole scaturisce la terza "I", quella di Impresa. Sarà infatti una grande impresa, per i docenti della scuola pubblica, riuscire a garantire e a mantenere un adeguato livello di preparazione culturale una volta che la riforma Moratti sarà completamente attuata.
M. Cristina Codognola Mantova


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