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Gazzetta di Mantova: Le scuole scrivono al ministro: «Non ci sono più soldi in cassa»

A metà strada tra il grido d’aiuto e la protesta

29/04/2007
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Gazzetta di Mantova

di Nicola Corradini

A metà strada tra il grido d’aiuto e la protesta. I consigli d’istituto delle scuole di città e provincia hanno scelto una forma solo in apparenza discreta - quella di una lettera firmata dai rappresentanti di genitori, docenti e, nelle superiori, studenti - per segnalare al Ministero della pubblica istruzione quello che, in realtà, a Roma già sanno: che nelle casse delle scuole mantovane, come in quelle del resto del Paese, sono rimasti gli spiccioli. Che i bilanci preventivi, in via di approvazione, sono ‘virtuali’.
L’iniziativa è stata decisa dall’Aisam, l’associazione che raggruppa le scuole di città e provincia. Alcuni consigli d’istituto hanno già approvato e redatto il testo della lettera destinata a Ministero e direzione scolastica regionale.
Al liceo Scientifico Belfiore, ad esempio, il documento è stato approvato dal consiglio d’istituto nella stessa seduta in cui è stato varato il bilancio. «Nella lettera sono espressi dati tecnici di contabilità, ma il succo, è che l’organismo di rappresentanza della scuola ha informato il Ministero che se non arrivano finanziamenti adeguati si rischia di creare gravissimi disagi sul piano didattico agli studenti - spiega il preside Ernesto Flisi che è anche presidente dell’Aisam - Abbiamo approvato il bilancio contando sull’arrivo di fondi che, per ora, sono solo teorici. Nelle scuole non ci sono fondi sufficienti per pagare i supplenti e anche altre spese necessarie per il normale svolgimento del servizio diventano un lusso».
Anche al Comprensivo Levi di città - che comprende le materne di Lunetta e Cittadella, le elementari Pomponazzo, Tazzoli e Allende e la media Alberti - il consiglio d’istituto è pronto a spedire la lettera al Ministero. «Non ci sono più soldi per la scuola, questa purtroppo è la realtà- attacca il preside Roberto Archi - noi, come tutti gli altri istituti, dobbiamo fare i conti ogni giorno con i fondi insufficienti per le supplenze, il materiale didattico e via dicendo. Due anni fa si sarebbero riempite le piazze per questa situazione, oggi invece nessuna reazione». Alla direzione didattica di Porto, dove Archi è commissario, sono risultati insufficienti i fondi d’istituto destinati a pagare i servizi straordinari svolti dai docenti dell’istituto nel 2005/2006. «Dovevamo pagare i supplenti - dice Archi - ho ricevuto una diffida della Cgil scuola che ha subito inoltrato al ministero per far presente il problema. Ora abbiamo trovato altri fondi per pagare i docenti, ma senza l’intervento ministeriale ci troveremo con gli stessi problemi l’anno prossimo».


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