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Gazzetta di Mantova-Il ministro: "Tutti a scuola fino a 18 anni"

Monica Viviani Il ministro: "Tutti a scuola fino a 18 anni" Il consiglio dei ministri vara due decreti di riforma Diritto-dovere all'istruzione e alternanza col lavoro ...

22/05/2004
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Gazzetta di Mantova

Monica Viviani
Il ministro: "Tutti a scuola fino a 18 anni"
Il consiglio dei ministri vara due decreti di riforma Diritto-dovere all'istruzione e alternanza col lavoro


ROMA. L'obbligo scolastico scompare e diventa "diritto-dovere" a istruzione e formazione. E ancora: tutti a scuola fino a 18 anni, possibilità di alternare studio e lavoro a partire dai 15 anni e niente tasse di frequenza per le statali. Con i nuovi due decreti attuativi approvati in via preliminare dal Consiglio dei ministri, la riforma Moratti entra sempre più nel vivo tra le polemiche del centro sinistra e il plauso degli industriali. Si parte il prossimo anno con l'innalzamento dell'età dei banchi a 16 anni dai 15 attuali e con la gratuità dei primi due anni delle superiori.
In classe fino a 18 anni. Non si conoscono ancora i tempi, ma prima o poi "tutti andranno a scuola fino a 18 anni - spiega il ministro Moratti - e dovranno conseguire un diploma o una qualifica". Ma intanto il provvedimento sostituisce il concetto di "obbligo scolastico" con quello di "diritto-dovere" che, a riforma completata, dovrebbe durare 12 anni, contro i 9 attuali, o almeno fino al conseguimento di una qualifica entro il diciottesimo anno di età. "I ragazzi restano obbligati ad andare a scuola - assicura la Moratti - e i genitori hanno il dovere di mandarceli". Le sanzioni per i genitori inadampienti sono quelle previste dalle norme vigenti e il ministro annuncia l'arrivo di pene più restrittive. A vigilare sulle famiglie saranno i Comuni mentre l'Anagrafe degli studenti istituita al ministero stilerà un elenco degli abbandoni. "L'avvio in via sperimentale del diritto-dovere ha permesso nel 2003-2004 di far tornare tra i banchi 22.000 ragazzi - dice il ministro - e il tasso di abbandono scolastico è passato dal 22 al 20%".
Gratis le statali. Prevista l'esenzione da qualsiasi tassa di frequenza per le statali. Il prossimo anno partirà per i primi due anni degli istituti secondari superiori e dei percorsi sperimentali di istruzione-formazione professionale. Dovrebbe essere poi estesa gradualmente a tutti i 12 anni di scolarità.
Scuola-lavoro. Viene data la possibilità agli studenti che hanno compiuto 15 anni di seguire i corsi del secondo ciclo in alternanza scuola-lavoro. Ma sempre sotto la responsabilità dell'istituzione scolastica che dovrà adeguare l'organizzazione didattica. Prevista la stipula di convenzioni con camere di commercio, enti pubblici e privati, imprese e mondo del volontariato. E non mancheranno i tutor: uno interno alla scuola e uno esterno designato dai soggetti che ospitano gli studenti. Saranno riconosciuti dei "crediti" e la scuola potrà rilasciare certificazioni supplementari.
L'opposizione insorge. "Solo bugie e spot elettorali". I Ds annunciano battaglia in Parlamento: "Ha riportato l'obbligo alla terza media, torniamo indietro di 30 anni" con "i figli dei ricchi nei licei e quelli dei poveri destinati alla formazione professionale". Per la Margherita "stanno facendo come con il tempo pieno, lo cancellano e dicono che non è vero". Anche per i Verdi "è una bufala". Per il Pdci così "si rimette in sesto l'avviamento al lavoro". Pollice verso anche dai sindacati. Per la Cgil scuola si "cancella una grande conquista democratica come l'obbligo scolastico" e la Cisl critica l'alternanza scuola-lavoro.
Soddisfatta Confindustria: "da oggi la scuola è più aperta al territorio e l'impresa diventa luogo formativo". E per Unioncamere è "un passo avanti verso l'Europa".


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