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Gazzetta del Sud-"Università distrutta da questo governo"

Blocco dell'attività didattica per una settimana: la protesta di docenti, ricercatori e studenti contro la riforma Moratti "Università distrutta da questo governo" Elena G. Polidori ...

11/10/2005
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Gazzetta del Sud

Blocco dell'attività didattica per una settimana: la protesta di docenti, ricercatori e studenti contro la riforma Moratti
"Università distrutta da questo governo"

Elena G. Polidori

ROMA È il blocco totale. Almeno per una settimana nella maggior parte degli atenei, ad oltranza a Roma. Da Torino a Palermo, passando per Napoli e fino a Venezia, fare lezione all'Università, sostenere esami o chiedere una tesi nei prossimi giorni sarà impossibile. Docenti, ricercatori, studenti e nella maggior parte dei casi anche i rettori si asterranno ciascuno dalle proprie mansioni per protestare si specifica in un documento comune "contro la distruzione dell'università pubblica ad opera del governo, per la rivendicazione di un'università pubblica di qualità e aperta a tutti". Contro il governo, contro la Moratti e la sua riforma che mira al riordino dello stato giuridico degli atenei e sul quale è atteso il voto della Camera. Nonostante la protesta si stia estendendo a macchia d'olio in tutte le regioni, sembra essere Roma e il suo principale ateneo, "la Sapienza", il centro "politico" della lotta del mondo accademico (e non solo) contro la riforma. Ieri a Roma, dopo una lunga e animata assemblea in aula magna, un gruppo di di studenti e di ricercatori precari aderenti all'Unione degli universitari, ha occupato la facoltà di Fisica dell'ateneo. In mattinata un altro gruppo di studenti si era riunito davanti a Fisica dando vita a un corteo interno alla città universitaria per invitare i docenti a bloccare le lezioni. Sulla facciata dell'edificio, intitolato a Guglielmo Marconi, gli occupanti hanno issato uno striscione con la scritta "facoltà in subbuglio". "Stiamo assistendo a un forte irrigidimento della protesta", ha spiegato Marco Merafina, portavoce del Coordinamento dei ricercatori e docenti, "ed è probabile che venga disposto il blocco della didattica ad oltranza". A "Roma tre" a muoversi è stato soprattutto il consiglio di Lettere e Filosofia che ieri ha approvato una mozione che condivide le ragioni dello stato d'agitazione dei docenti. Perché in prima linea ci sono proprio i docenti, in particolare i rettori, la quasi totalità dei componenti della "Conferenza dei rettori italiani". Per il presidente, Piero Tosi, "il disegno di legge sull'università è confuso e frettoloso, non risolve i problemi del personale universitario e non offre ai giovani reali possibilità di adire ai ruoli stabiliti e di essere valutati per il loro effettivo valore". Una precisazione è arrivata dall'Università di Torino e dal rettore Ezio Pellicetti, per il quale la contrarietà alla riforma verte soprattutto sul fronte della ricerca. Ma a Torino, sia all'Università che al Politecnico, le lezioni rimarranno sospese e domani ci sarà un corteo che si snoderà per le vie della città. Diversa la protesta a Venezia dove il rettore della Ca' Foscari, Francesco Ghetti, ha invitato il personale docente a discutere della riforma mentre i ricercatori e gli studenti organizzeranno blocchi a scacchiera della didattica e lezioni in piazza. A Firenze il blocco per il momento si registra ad Agraria, Psicologia e Architettura mentre a Siena ci sarà una specie di "maratona didattica" che prevede una staffetta di 48 ore di insegnamento aperto al pubblico: una grande aula a cielo aperto. A Napoli, poi, la settimana di protesta si articolerà tra dibattiti e riunioni nelle diverse facoltà mentre a Bologna il rettore, Pier Ugo Calzolari, ha reclamato maggiori risorse e più servizi per gli studenti. Sempre a Bologna si svolgerà una manifestazione dei ricercatori in piazza maggiore il 12 ottobre insieme agli studenti. C'è poi l'idea di chiedere a prèsidi, docenti e presidenti di corso di laurea di dimettersi, ma quello si vedrà. E anche qui aule aperte, anche di sera. E mentre a Perugia, Palermo, Catania, l'Aquila, Modena, Genova, Pisa, Camerino e Salerno si studiano nuove iniziative, a Trieste la situazione è inversa. Il rettore, Domenico Romeo, è favorevole alla riforma "anche se ammette è stato un lavoro un po' taglia e cuci, ma ci sono punti importanti come il fatto di riportare i concorsi a livello nazionale". Una voce fuori dal coro. DOMANI,
intanto, manifestazioni in tutt'Italia degli studenti delle scuole secondarie contro la riforma Moratti.

(martedì 11 ottobre 2005)


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