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Gazzetta del sud-Un'impresa in Italia riformare la scuola

UN'IMPRESA IN ITALIA RIFORMARE LA SCUOLA Enzo Martinelli I disegno di legge del ministro Moratti per la r...

07/08/2002
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Gazzetta del Sud

UN'IMPRESA IN ITALIA RIFORMARE LA SCUOLA

Enzo Martinelli

I disegno di legge del ministro Moratti per la riforma della scuola è il trentaquattresimo di una lunga serie di iniziative andate a vuoto nel dopoguerra per modificare, in particolare, gli assetti dell'istruzione secondaria di 2. grado. Alcuni cambiamenti registrati nelle strutture formative sono stati prodotti dalla forza della realtà, per effetto delle sperimentazioni attivate dai decreti delegati del 1974 e anche per via amministrativa (i programmi dell'istruzione professionale). Manca il riordino sistematico capace di aggiornare gli assetti strutturali ideati da Gentile, 80 anni fa, raccordando gli indirizzi con la scuola di base diventata di massa e con l'Università, deputata anch'essa ad accogliere grandi quantità di studenti. Le riforme scolastiche nei Paesi di solida tradizione democratica vengono approvate con larghissima maggioranza. Il recente provvedimento presentato negli Stati Uniti da Bush è stato approvato con il consenso dei democratici. Ma anche la Ley organica spagnola, la Loy d'orientation francese, la Education Reform Act inglese hanno trovato convergenti maggioranza e opposizione. In Italia invece la litigiosità supera ogni livello quando si parla di scuola e sembra che le posizioni, dopo tante discussioni, si stiano addirittura radicalizzando non solo fra la maggioranza e l'opposizione, ma anche all'interno degli stessi schieramenti. Giova infatti ricordare che il governo di centrosinistra ottenne la delega per la riforma dei 'cicli' con solo 273 su 630 deputati: l'estrema sinistra votò contro e il provvedimento fu approvato per l'abbandono dell'aula di gran parte del centrodestra. Ora la nuova maggioranza sembrava avere i numeri sufficienti, dopo gli 'Stati generali' del dicembre 2001, per dare il via libera alla riforma; i tempi però sono nuovamente slittati alla continua ricerca di riforme ideali. E così anziché puntare alla realizzazione di riforme perfettibili, condivise e necessarie, si continua a rinviare la risposta a una domanda educativa individuale e collettiva di crescente complessità. Sembra davvero che la politica si culli 'in una vana retorica della formazione, in cui, a una sostanziale vacuità e genericità delle affermazioni e degli obiettivi, si cumula un'inconsistente capacità di modificare' un sistema costoso e scarsamente efficiente e sicuramente inadeguato al tempo che ci è dato vivere.


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