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Gazzetta del Sud: Scuola Il giro di vite preannunciato da Padoa Schioppa mette in allarme il ministro dell'Istruzione e i sindacati

Fioroni: non tagliate le risorse «Non priviamo i cittadini dei loro diritti»

24/06/2006
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Gazzetta del Sud

Flavio Haber

ROMA – Ben venga un giro di vite, ma sugli sprechi non sulle risorse. Con sfumature diverse lo hanno sottolineato ieri sia il ministro della Pubblica Istruzione, Giuseppe Fioroni, sia i sindacati di categoria alla luce dei tagli alla spesa, inclusi quelli per la scuola, annunciati dal ministro dell'Economia Padoa Schioppa per rimettere in sesto i conti pubblici. Una drastica «cura» che rischia non di guarire ma – avvertono i sindacati – di far aggravare il paziente.
«La scuola italiana merita di più» ha detto Fioroni che, visitando gli alunni-degenti del Gemelli, ha osservato come anche in occasione degli esami di maturità – arrivati al capolinea degli scritti con il «quizzone» – docenti e studenti abbiano dato prova di una scuola «viva, efficiente ed efficace». Un settore che, perciò, non va penalizzato ma gratificato. «È vero – ha detto il ministro – che tagliare gli sprechi è fondamentale e necessario, ma solo se questo non si traduce in una decurtazione dei diritti». E proprio per evitare sforbiciate indiscriminate Fioroni ha annunciato l'attivazione di un gruppo di lavoro anti-sperperi che si metterà a spulciare il bilancio del ministero per individuare dove colpire. «La scuola italiana – ha detto – non può permettersi sprechi, ma le risorse umane ed economiche che devono garantire, ad esempio, l'integrazione dei diversamente abili, il diritto allo studio nelle zone montane o disagiate, non rientrano nella fattispecie dello spreco ma, anzi, nella voce investimenti per la coesione sociale e lo sviluppo economico del paese. Sono certo che il ministro dell'Economia condivide questa impostazione».
Un secco «basta» alle penalizzazioni è arrivato dai sindacati di settore. «Non siamo disponibili – ha avvertito il segretario generale della Flc-Cgil, Enrico Panini – a subire tagli e ci aspettiamo dalla coalizione che ha vinto le elezioni la realizzazione degli impegni sottoscritti per la scuola a partire proprio dall'incremento degli investimenti». Quanto alle classi con 12 bambini e 3 insegnanti che, secondo Padoa Schioppa, testimonierebbero l'esigenza di ridurre le spese, Panini ha fatto notare che le classi funzionanti nella scuola statale «sono sempre costituite da un numero di studenti "regolarmente" superiore ai limiti consentiti dalla legge, fatta eccezione per le scuole di montagna».
Non si possono riproporre misure restrittive «in settori che da oltre 10 anni sono stati oggetti di tagli, in termini di risorse umane e finanziarie ogni oltre limite di tollerabilità», fa notare il segretario generale della Cisl scuola, Francesco Scrima. E avverte: «se si vorranno perseguire politiche devastanti, come quella annunciata, saremo pronti a contrastarla con la mobilitazione della categoria».
La spesa per l'istruzione «non può essere ridotta, perché – ricorda il segretario generale della Uil scuola Massimo Di Menna – l'Italia già spende poco sia in rapporto al Pil sia rispetto agli altri paesi europei, mentre servono investimenti aggiuntivi». «Non vanno decisi tagli che non darebbero risultati e impoverirebbero l'offerta scolastica» conclude il sindacalista per il quale «se la situazione finanziaria è grave e la medicina deve essere amara, questa medicina deve essere data a chi si è arricchito e non a chi si è impoverito, a chi vive del proprio stipendio, perché così nessuno "guarisce", la malattia si aggrava».


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