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Gazzetta del Sud/Ragusa: Tagli e sacrifici, oggi il sit in degli insegnanti al provveditorato

Quest'anno perse 96 cattedre,il prossimo ne salteranno altre 72

03/06/2010
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Gazzetta del Sud

Alessandro Bongiorno
«Ogni insegnante si ritroverà dai 110 ai 200 euro in meno in busta paga. È una manovra disgraziata, che devasta le retribuzioni, una vera vergogna»: con queste parole il segretario provinciale della Federazione lavoratori della cultura (ex Cgil scuola) chiama a raccolta tutti gli insegnanti della provincia. Dalle 9 alle 18, si terrà un sit in di protesta nei locali dell'ufficio scolastico provinciale. Una delegazione di insegnanti ragusani parteciperà, inoltre, alla manifestazione del 12 giugno a Roma e alla segreteria della Cgil sono già arrivate le prime adesioni.
Il blocco del contratto collettivo e il congelamento degli scatti di anzianità comporteranno una riduzione in busta paga di circa l'11 per cento, con punte anche del 15 per cento, a seconda degli anni di carriera.
Ad alimentare il malcontento della scuola anche le riforme introdotte dal ministro Maria Stella Gelmini con l'obiettivo, soprattutto, di soddisfare le richieste del collega Giulio Tremonti. Quest'anno si è iniziato con la scuola elementare e, per quanto riguarda la provincia di Ragusa, secondo quanto reso noto dalla Flc, il taglio ha riguardato 96 cattedre. «In realtà – ammette il provveditore Cataldo Dinolfo – gli effetti sono stati assai più pesanti, perché conteggiando gli incarichi agli insegnanti precari e ai supplementi, abbiamo stipulato, nel corso dell'ultimo anno, circa 500 contratti in meno».
E il prossimo anno scolastico si preannuncia davvero difficile per quanto riguarda il fronte occupazionale. Anche la riforma delle superiori inizierà, infatti, a esercitare i suoi effetti e, alle elementari, non si sa quanto si potrà ancora contare sulle norme-paracadute che hanno un po' attutito gli effetti immediati del nuovo ordinamento. Sempre secondo le stime della Cgil, saranno 72 le cattedre che verranno a mancare nelle scuole superiori della provincia e, pertanto, sarà quasi nulla l'immissione in ruolo di nuovi insegnanti e davvero limitati gli incarichi ai precari. «Continua – ha commentato ieri il segretario Brullo – il percorso iniziato con grande ferocia lo scorso anno».
Inutile negare che questo tipo di tagli va a colpire soprattutto il Sud dove è più difficile trovare una ricollazione sul mondo del lavoro per chi ha una laurea e, anche da più di dieci anni, si barcamena tra incarichi annuali, contratti a tempo determinato, supplenze e le tante forme di un precariato infinito.
«È un momento veramente tragico – ha aggiunto Salvatore Brullo – e quindi vi è la necessità, come non mai, di far sentire forte e chiara la nostra protesta in un momento in cui è importante restare uniti e, soprattutto, essere numerosi, perché l'obbligo della partecipazione alla protesta è reso necessario dalla posta in palio altissima».
Anche il provveditore Dinolfo non intravede grandi spiragli. «Gli effetti dei tagli si sono già avvertiti – ha confermato – e si faranno ancora sentire con l'entrata in vigore della riforme delle scuole superiori. Sino a questo momento invece non sono previsti tagli alle istituzioni scolastiche che, pertanto, rimarranno invariate rispetto a quest'anno».
Se la riforma taglia fuori dal mondo della scuola migliaia di precari, i tagli introdotti dalla finanziaria incidono, in modo diretto, sul personale di ruolo. In particolare – ha sottolineato il mensile specialistico «Tuttoscuola» – un professore di scuola media con 14 anni di carriera avrà una perdita del 12 per cento rispetto allo stipendio attuale; un docente delle superiori con 20 anni di carriera ha una perdita che sfiora il 15 per cento.


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