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Gazzetta del Sud/Ragusa: >«Senza lavoro a 46 anni dopo vent'anni da precaria»

Anche il provveditore sostiene la protesta dei sindacati

04/06/2010
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Gazzetta del Sud

Antonio La Monica
Una protesta dai toni forti ma dal volume molto debole. La Flc-Cgil scende in strada per protestare contro i tagli alla scuola previsti dalla manovra finanziaria. Una mannaia che si può tradurre in provincia con 96 docenti in meno per la scuola superiore, 74 per la primaria e 32 per il primo grado. Senza contare la voce relativa al personale Ata (ausiliario tecnico amministrativo), che a partire dal prossimo anno perderà circa cento lavoratori.Numeri da fare paura ma che non spingono in strada che poche decine di insegnanti. Mentre i contrasti tra Cgil, Cisl e Uil producono un risultato non esaltante, paradossalmente, è il provveditore agli studi, Cataldo Dinolfo, a prendere la scena con toni da consumato sindacalista. Diviso tra Ragusa e Messina, dove dal primo maggio ricopre il medesimo ruolo, il provveditore prova a tracciare una linea sulla situazione e sui modi civili della protesta sindacale a Ragusa. «Anche questa provincia è stata colpita, sebbene meno duramente di Messina, dai tagli governativi. Meno ore di lezione per i nostri studenti, meno materie, classi più numerose che sforano i limiti consentiti. Il tutto in un contesto sociale che avrebbe bisogno di docenti motivati, capaci di fornire la dovuta multidisciplinarità che i tempi impongono, con attenzione verso materie come l'informatica, la lingua straniera e la musica"».Dinolfo punta il focus anche sull'offerta formativa: «Abbiamo il dovere di far rispettare il diritto allo studio. La scuola è massacrata dai tagli. Viene depauperata quando, invece, andrebbe arricchita. È vero che la cultura costa, ma l'incultura costa molto di più per la società».Dunque una riflessione del provveditore sulla protesta organizzata dalla Cgil. «Questa è una realtà tranquilla – afferma – un'oasi di pace. A Messina ho verificato proteste molto più dure. Qui il tessuto economico è diverso e anche i tagli, in virtù di una gestione oculata, sono stati meno dolorosi». Durissimo il giudizio sull'operato regionale: «L'allora assessore alla Pubblica Istruzione Lino Leanza – spiega Dinolfo – aveva individuato in progetti ancora non iniziati la soluzione del problema occupazionale. Il compenso di 400 euro, non pensionabili, ha fatto sì che accettassero gli incarichi solo coloro i quali non volevano perdere punti in graduatoria. Una presa in giro». Unica nota positiva viene per gli insegnanti di sostegno, in aumento grazie a una recente sentenza della Corte costituzionale.Elemento che certo non placa la protesta della Cgil. «Dequalificata e ridotta l'offerta formativa – avverte Salvatore Brullo, segretario della Flc-Cgil – e perdita di centinaia di posti di lavoro, oltre che delle retribuzioni nella misura del 17 per cento, con pesanti conseguenze sulle liquidazioni».Una storia per tutte. Quella della docente Maria Teresa Rizzo, insegnante di francese: «Precaria da vent'anni – racconta – questo è il primo anno senza cattedra e per il prossimo andrà peggio. Vorrei sapere dal governo come, a 46 anni e dopo aver scommesso sull'insegnamento a discapito del lavoro di accompagnatrice turistica, dovrei reinventare la mia vita professionale. Non mi resta che fare la casalinga».


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