Gazzetta del Sud: Il ministro si unisce alle proteste contro i tagli alle Università

Eleonora SandrucciROMA«Il partito metta il suo peso per una correzione perché non penso che questo governo possa presentarsi come quello che fa una politica che si allontana dagli obiettivi di Lisbona. Certo questo ministro non è disposto ad assumersi questa responsabilità». Fabio Mussi, alla direzione dei Ds, minaccia la possibilità di dimettersi da ministro dell'Università e della Ricerca scientifica se nella Finanziaria rimangono i tagli per il suo dicastero. «Si sta alzando – avverte Mussi – un'onda ripida di delusione nel mondo della scuola e della ricerca dove altissime erano le aspettative. Attenti perché se si delude qui le conseguenze possono essere pesanti». Il taglio ai consumi intermedi e dell'edilizia universitaria, l'emergenza legata al precariato, la cronica carenza di fondi: sono alcuni tra i principali punti di sofferenza per il sistema universitario italiano, a cui la Finanziaria non dà risposta, sottolineati non solo dai sindacati di categoria, dalle associazioni dei docenti e degli studenti, ma dallo stesso ministro Fabio Mussi, con tanto di dati e cifre. Una su tutte: il fondo di finanziamento ordinario dell'università ha avuto un incremento di 94 milioni di euro, con il taglio dei consumi intermedi l'università ne riprenderà 150 milioni.Lo «strappo» fatto ieri da Mussi segue la denuncia fatta nei giorni scorsi dalla Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (Crui): «Un milione e ottocentomila studenti e le decine di migliaia di ricercatori subiranno l'inevitabile contraccolpo dello scadimento dei servizi». La Crui aveva ritenuto «indispensabile una vera e propria revisione di rotta» della Finanziaria, che «appare onerosa e mortificante per il sistema universitario italiano».