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GAzzetta del Sud/Cosenza: Scuola, l'urlo dei precari contro i "tagli"

Fredda l'analisi dei sindacati: le disponibilità dipendono dal governo centrale, inutile protestare adesso

25/08/2010
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Vittorio Scarpelli
La prima ondata di precari della scuola si è riversata nell'ufficio scolastico provinciale. La carica dei collaboratori scolastici (oltre duecento ieri mattina) ha bussato alla porta del dirigente Troccoli. Nel mirino i "tagli" agli organici. La disperazione corre su un filo sottilissimo che rischia di spezzarsi da un momento all'altro. «Non vogliamo i soldi del decreto "salvaprecari", magari stando comodamente seduti a casa, nè sussidi di disoccupazione. Chiediamo solo di lavorare!», urlano esasperati i manifestanti. I numeri che riguardano il personale Ata - nella fattispecie i collaboratori scolastici - sono impietosi. Ma difficilmente verrà recuperata qualcosa. Lo scorso anno gli incarichi annuali hanno toccato quota 525. A distanza di dodici mesi sono poco più di 300. Dietro le richieste dei precari si celano storie strappalacrime che, comunque, non impietosiscono la crudele realtà. Come spiegano anche i sindacalisti. «L'ufficio scolastico provinciale può fare poco o niente», afferma Pino Assalone (Flc-Cgil), sfuggito dalle "grinfie" dei manifestanti. «Logicamente, nella mia posizione, non posso schierarmi di certo contro i lavoratori, ma nemmeno cavalcare una protesta senza capo nè coda: il ministero della Pubblica Istruzione ha stabilito dei criteri discutibili, ma bisogna attenersi. Non ha senso manifestare oggi, quando non si può più porre rimedio. Nè tanto meno la risoluzione passa per il boicottaggio degli Lsu (tirati in ballo nei giorni scorsi dal coordinamento dei precari e dall'Anief: ndc): il loro inserimento negli organici è stabilito da un legge che esiste da un decennio. Sono i "tagli" il vero problema».Ma i precari rincarano la dose. «Circa sessanta scuole rischiano di non aprire», afferma Anna Maria Di Buono, «perchè c'è carenza di personale e non può essere garantita la sorveglianza dei ragazzi». Un capitolo a sè merita la situazione di 40 collaboratori scolastici che non potranno nemmeno usufruire del decreto "salvaprecari", avendo chiesto il rientro in provincia. Tra questi anche Luigi Martire. «Possono beneficiarne», afferma, «solo coloro i quali hanno lavorato nel 2008-2009. Chi, come me, è rimasto un anno fermo perchè ha chiesto il trasferimento, verrà inevitabilmente scavalcato, pur vantando una graduatoria migliore e non potrà effettuare progetti e supplenze». E oggi i precari torneranno alla carica


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