Gazzetta del sud-Contro la riforma Moratti ma anche per dire no al conflitto
Contro la riforma Moratti ma anche per dire no al conflitto Scuola: domani sciopero generale ROMA '#8211; Domani attività didattica a forte rischio nelle scuole italiane di ogni ordine e grado. A...
Contro la riforma Moratti ma anche per dire no al conflitto
Scuola: domani sciopero generale
ROMA '#8211; Domani attività didattica a forte rischio nelle scuole italiane di ogni ordine e grado. A indire una giornata di sciopero generale di tutto il personale docente e Ata sono stati infatti Cgil Scuola, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals Confsal, Unicobas Scuola, Cobas Scuola e Cub Scuola. In pratica, tutte le più rappresentative organizzazioni sindacali di categoria: decise a chiedere l'immediata ripresa delle trattative per il contratto (scaduto da 14 mesi), più risorse e investimenti, salvaguardia dell'occupazione e riduzione del lavoro precario. Ma anche per ribadire il loro no alla guerra in corso in Irak. Oltre a chiedere precise garanzie sul funzionamento della scuola pubblica, Cgil, Cisl, Uil e Snals rivendicano la rapida chiusura del contratto, la disponibilità di tutte le risorse economiche già stanziate dal governo, la certezza del ruolo della contrattazione, la difesa del potere d'acquisto delle retribuzioni ferme al 2001, la valorizzazione della professionalità del personale. Per tutto domani sono previste manifestazioni regionali e provinciali, presidi e sit-in presso i Centri servizi amministrativi. No deciso alla riforma Moratti, invece, da Unicobas, Cobas e Cub. L'Unicobas, in particolare, contesta il ritorno al maestro prevalente con il conseguente taglio di decine di migliaia di cattedre, la trasformazione delle scuole dell'infanzia in succursali degli asili nido, il "salto nel buio" dell'addestramento professionale, l'istituto dello "studente in affitto". L'appuntamento domani è per le 9.30 in viale Trastevere, davanti al Ministero dell'Istruzione: alla manifestazione aderiscono anche i Cobas, che anteporranno a tutte le loro rivendicazioni l'opposizione alla guerra, nella convinzione che la scuola, gli studenti, i docenti e gli Ata siano contrari alle armi e all'appoggio garantito agli Usa dal governo. Sulla stessa lunghezza d'onda, il Cub, che già nei giorni scorsi è sceso in piazza per protestare contro l'avvio dei bombardamenti sull'Irak. Intanto non mancano cortei e occupazioni: così, in molte città italiane, gli studenti medi e universitari hanno reagito ieri ai bombardamenti sull'Irak. Secondo l'Unione degli studenti, che ha fatto il punto della situazione, alla fine della mattinata 20 mila studenti hanno manifestato a Firenze. Corteo studentesco anche a Napoli e a Siracusa, mentre le scuole di Bari sono in assemblea permanente. A Milano presidio spontaneo in largo Cairoli. La mobilitazione, annuncia l'Unione degli studenti, proseguirà anche domani. Negli atenei, secondo quanto reso noto dall'Unione degli universitari "continuano occupazioni, cogestioni, blocco della didattica" in preparazione della giornata nazionale di protesta per mercoledì prossimo. "Rimangono occupate alcune facoltà per tutto il weekend: Bologna, Messina, Perugia tra queste.
(domenica 23 marzo 2003)
Scuola: domani sciopero generale
ROMA '#8211; Domani attività didattica a forte rischio nelle scuole italiane di ogni ordine e grado. A indire una giornata di sciopero generale di tutto il personale docente e Ata sono stati infatti Cgil Scuola, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals Confsal, Unicobas Scuola, Cobas Scuola e Cub Scuola. In pratica, tutte le più rappresentative organizzazioni sindacali di categoria: decise a chiedere l'immediata ripresa delle trattative per il contratto (scaduto da 14 mesi), più risorse e investimenti, salvaguardia dell'occupazione e riduzione del lavoro precario. Ma anche per ribadire il loro no alla guerra in corso in Irak. Oltre a chiedere precise garanzie sul funzionamento della scuola pubblica, Cgil, Cisl, Uil e Snals rivendicano la rapida chiusura del contratto, la disponibilità di tutte le risorse economiche già stanziate dal governo, la certezza del ruolo della contrattazione, la difesa del potere d'acquisto delle retribuzioni ferme al 2001, la valorizzazione della professionalità del personale. Per tutto domani sono previste manifestazioni regionali e provinciali, presidi e sit-in presso i Centri servizi amministrativi. No deciso alla riforma Moratti, invece, da Unicobas, Cobas e Cub. L'Unicobas, in particolare, contesta il ritorno al maestro prevalente con il conseguente taglio di decine di migliaia di cattedre, la trasformazione delle scuole dell'infanzia in succursali degli asili nido, il "salto nel buio" dell'addestramento professionale, l'istituto dello "studente in affitto". L'appuntamento domani è per le 9.30 in viale Trastevere, davanti al Ministero dell'Istruzione: alla manifestazione aderiscono anche i Cobas, che anteporranno a tutte le loro rivendicazioni l'opposizione alla guerra, nella convinzione che la scuola, gli studenti, i docenti e gli Ata siano contrari alle armi e all'appoggio garantito agli Usa dal governo. Sulla stessa lunghezza d'onda, il Cub, che già nei giorni scorsi è sceso in piazza per protestare contro l'avvio dei bombardamenti sull'Irak. Intanto non mancano cortei e occupazioni: così, in molte città italiane, gli studenti medi e universitari hanno reagito ieri ai bombardamenti sull'Irak. Secondo l'Unione degli studenti, che ha fatto il punto della situazione, alla fine della mattinata 20 mila studenti hanno manifestato a Firenze. Corteo studentesco anche a Napoli e a Siracusa, mentre le scuole di Bari sono in assemblea permanente. A Milano presidio spontaneo in largo Cairoli. La mobilitazione, annuncia l'Unione degli studenti, proseguirà anche domani. Negli atenei, secondo quanto reso noto dall'Unione degli universitari "continuano occupazioni, cogestioni, blocco della didattica" in preparazione della giornata nazionale di protesta per mercoledì prossimo. "Rimangono occupate alcune facoltà per tutto il weekend: Bologna, Messina, Perugia tra queste.