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Gazzetta del Mezzogiorno-"Nessuno tocchi i diritti dei lavoratori"

CGIL FUNZIONE PUBBLICA Attivo provinciale di tutto il quadro dirigente. Il segretario provinciale Cgil FP di Lecce, Salvatore Cortese, illustra gli obiettivi "Nessuno tocchi i diritti dei lavorato...

17/05/2004
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La Gazzetta del Mezzogiorno

CGIL FUNZIONE PUBBLICA
Attivo provinciale di tutto il quadro dirigente. Il segretario provinciale Cgil FP di Lecce, Salvatore Cortese, illustra gli obiettivi
"Nessuno tocchi i diritti dei lavoratori"
"Si cerca di mettere in discussione l'impianto contrattuale. Ci opporremo con forza"

La Cgil Funzione Pubblica di Lecce chiama a raccolta i suoi quadri dirigenti per preparare una nuova stagione di impegni che vivrà un momento significativo il 21 maggio a Roma. Ne parliamo con il segretario generale della FP Cgil di Lecce Salvatore Cortese.
Perché la convocazione dell'attivo dei quadri e dei delegati?
"Questa grande assemblea - dice Cortese - di tutto il nostro quadro dirigente provinciale, prenderanno parte oltre 350 delegati, si inserisce in una grande mobilitazione generale di tutti i lavoratori e le lavoratrici del pubblico impiego, giunge all'indomani dell'attivo nazionale unitario indetto da Cgil, Cisl, Uil a Roma al Palaeur dove hanno preso parte oltre 5mila delegati. All'ordine del giorno vi sono due grandi appuntamenti: lo sciopero generale e manifestazione a Roma a Piazza San Giovanni di tutto il p.i. della Scuola, Università e della Ricerca, del 21 maggio, indetto unitariamente da Cgil-Cisl-Uil di categoria per rinnovare tutti i contratti per il 2° biennio, scaduti ormai il 31 dicembre scorso, ed il rinnovo delle Rappresentanze Sindacali Unitarie su tutti i posti di lavoro che si svolgeranno il prossimo novembre. Con lo sciopero del 21 maggio chiediamo anche che il Governo ponga le basi per l'avvio e la conclusione di tutto l'iter per arrivare anche nel pubblico impiego alla istituzione della previdenza complementare, ben consapevoli che dopo oltre 5 anni dell'accordo quadro su questo importante strumento, ad oggi è stato costituito solo il Fondo per i lavoratori della Scuola, mentre mancano le direttive per l'istituzione dei Fondi di Previdenza di Regioni ed Enti Locali, Stato, Parastato, Sanità, Aziende Autonome, Agenzie Fiscali, Università e Ricerca".
Quindi, ci si prepara ad una stagione di grande conflittualità?
"Il momento, a nostro avviso, è estremamente delicato. Si parte da un dato oggettivo, vissuto da tutti i dipendenti pubblici, di estremo disagio per la forte perdita del potere d'acquisto dei salari e degli stipendi. Chi vive in mezzo alle persone in carne ed ossa, chi ogni giorno viene a contatto con tanti uomini e donne sui posti di lavoro sparsi nella provincia di Lecce, sente e tocca con mano le difficoltà di come le persone non riescono ad arrivare alla fine del mese. Per una serie di ragioni, che non stò qui ad elencare, i lavoratori dipendenti pubblici e privati sono oggi i nuovi poveri. D'altro canto il quadro macro-economico ci consegna un 2003 ed un inizio del 2004 disastrosi, dove la crescita economica è stata praticamente nulla; l'inflazione resta la più elevata della media europea, i consumi sono piatti. I più autorevoli osservatori economici indicano che la fascia della povertà si è allargata, includendo tra l'altro i pubblici dipendenti. Proprio per questo, al fine di contenere la forbice di questa emergenza, per cercare di recuperare il grosso divario tra quella che è l'inflazione rilevata dall'Istat e quella vera, mi permetto di portare a conoscenza che oggi un litro di benzina costa alla pompa euro 1,15, circa 2.200 delle vecchie lire, ed anche per tentare di recuperare il fiscal-drag non più concesso dall'attuale Governo, il Sindacato unitariamente ha chiesto per il prossimo rinnovo contrattuale un aumento dell'8%. Le somme disponibili nella Finanziaria 2004 arrivano appena al 3,6%, il divario risulta enorme, ed ancora le ultime dichiarazioni del Ministro della Funzione Pubblica Gazzella, che afferma: "i lavoratori pubblici hanno percepito molti più aumenti del dovuto nella passata tornata contrattuale" e quindi non ricevibili le richieste di aumento contrattuale avanzate dal Sindacato. Giudichiamo irresponsabili ed offensive le dichiarazioni del Ministro, non offrono nessuno spazio di trattativa e mediazione; perciò il 21 maggio Cgil-Cisl e Uil, chiamano tutti i lavoratori e le lavoratrici allo sciopero e alla mobilitazione per conquistarci l'apertura di un onorevole tavolo di contrattazione. A nostro avviso, esiste da parte di questo Governo il tentativo di spostare la discussione dei rinnovi contrattuali verso un nuovo modello contrattuale come è articolo oggi. Noi non siamo disponibili ad avviare nessun tipo di discussione sull'impianto contrattuale che non contempli l'articolazione su due livelli di contrattazione: quello nazionale, elemento unificante ed imprescindibile per tutti i lavoratori, ed il secondo livello, il contratto integrativo".
Ma non pensate ad altre forme di protesta, per evitare i disagi ai cittadini?
"Siamo consapevoli che scioperare provoca un disagio ai cittadini, ma anche un danno ai lavoratori a cui viene operata la trattenuta dell'importo per l'intera giornata lavorativa. Purtroppo siamo tirati per i capelli al conflitto, sport quest'ultimo preferito da questo Governo, operando forme di lotte estreme quali lo sciopero; d'altronde il diritto di scioperare è sancito dalla Carta Costituzionale. Proprio in questi giorni veniva ricordato che questo è il Governo più longevo della storia della Repubblica, ma è anche quello che ha scatenato un conflitto sociale senza equali nella storia della democrazia italiana. Un dato vale per tutti: soltanto nel corso del 2003 sono migliaia le ore di sciopero effettuate da tutte le sigle sindacali note e non, si contano ben 2 scioperi generali nazionali di tutte le categorie. Tutte le sigle sindacali oltre quelle tradizionali e più rappresentative hanno protestato e protestano. Basti pensare che categorie poco inclini agli scioperi, quale quella dei medici, con l'unanimità di tutte le 42 organizzazioni sindacali, sono scese in piazza. Ricordiamo inoltre le 3 giornate di sciopero a partire dal 25 maggio proclamate dalle Associazioni dei magistrati. Quando metodi di lotta che noi non condividiamo sfociano, per la evidente esasperazione di quei lavoratori, nella paralisi di intere città, mi riferisco alla vertenza di qualche mese fa degli autoferrotranvieri; quando i lavoratori dell'Alitalia, paralizzano il traffico aereo, qualche " piccolo" problema pur ci sarà. Chi dovrebbe, istituzionalmente, prevenire i conflitti e redimere le controversie, fa tutt'altro, li alimenta, penso proprio di essere arrivati ormai ad una vera emergenza sociale. Mi riferisco, nella fattispecie, alle dichiarazioni di qualche giorno fa, fatte dal ministro Maroni che vuole mettere mano alla legge che regolamenta gli scioperi, e dunque alle norme sulle agitazioni pubbliche. Ma fatto ancor più grave, da parte del ministro, l'attacco frontale sul valore della rappresentanza affermando che "bisogna cominciare a tenere conto di quelle forme di rappresentanza sindacale finora considerate ai margini perché dimostrano di essere più attive e presenti fra i lavoratori rispetto alle sigle storiche". Parole gravissime, per le quali è necessario allertare tutto il nostro quadro dirigente ed i lavoratori".
Quindi, esiste il problema della rappresentanza sindacale?
"Certo è auspicabile che intervengano delle norme sulla rappresentanze e sulla rappresentatività delle forze sindacali. E meno male che nel pubblico impiego questo problema non è presente, in quanto esiste uno strumento contrattuale che disciplina l'elezione dei rappresentanti dei lavoratori su ogni luogo di lavoro pubblico.Quindi una legittimazione democratica del ruolo di rappresentanza. Certo, credo che proprio su questo versante il ministro del Lavoro qualche problema lo abbia. Qualche sera fa, assistendo allo show televisivo di Porta a Porta, si discuteva della complessa vicenda della Fiat di Melfi e dell'Alitalia, il ministro del Lavoro Maroni prendeva atto di un quadro disastroso dell'Italia sociale, sorridendo. Ha continuato a sorridere per tutta la durata dello show televisivo. Ho pensato che quel ministro non rappresentava nessuno e mi venivano in mente i ministri del Lavoro di qualche tempo fa: Giacomo Brodolini, Gino Giugni, Donat Cattin, Tina Anselmi, Gianni De Michelis, Tiziano Treu, Antonio Bassolino, Cesare Salvi ed altri ancora. Uomini e donne di diverse culture politiche ed umane che erano, però, accomunate per il rispetto delle persone e dei lavoratori e per i propri interlocutori istituzionali: i Sindacati".
Come vi preparate all'appuntamento elettorale per le elezioni delle Rappresentanze Sindacali Unitarie?
"Come dicevano in apertura di questa intervista, un appuntamento importante che ci vedrà impegnati noi come Funzione Pubblica Cgil di Lecce, ma sull'intero territorio nazionale unitamente a tutte le altre forze sindacali è il rinnovo a novembre delle RSU su tutti i luoghi di lavoro. Questa tornata è la terza volta che si vota per eleggere i Rappresentanti dei lavoratori sui luoghi di lavoro.
Innanzi tutto diciamo che questo è un appuntamento importante, in quanto una competizione elettorale che chiama tutti i lavoratori e le lavoratrici ad esercitare il diritto di voto, per eleggere i propri rappresentanti, in maniera libera e democratica a suffragio universale con votazione segreta".
"Proprio per essere in tema con lo slogan dell'attivo dei quadri del 17 maggio a Lecce "difendiamo il lavoro pubblico, i diritti, la democrazia" riteniamo che questo momento elettorale ed il risultato che ne scaturirà, dovrà dimostrare che l'attacco ai diritti portato avanti dal Governo Berlusconi, allo smantellamento del sistema pubblico dei servizi, alla difesa del valore del lavoro pubblico non ha intaccato il forte ruolo di rappresentanza di Cgil-Cisl-Uil. Nella passata tornata elettorale del 2001, le urne consegnarano l'80% dei consensi espressi dai lavoratori al sindacalismo confederale. Furono elezioni molto partecipate, con punte di partecipazione di oltre il 95% di lavoratori. Fu un risultato che confermò il primato nazionale della FP Cgil su tutto il territorio nazionale, per cui tutti noi siamo chiamati a confermare quel risultato, anzi a migliorarlo.
Oggi con l'attivo dei quadri e delegati, si chiede a tutto il nostro quadro dirigente di impegnarsi a presentare le liste su ogni luogo di lavoro. Chiediamo uno sforzo agli iscritti, ai militanti, a coloro che credono nell'azione del sindacato confederale di attivarsi da subito per creare quella giusta tensione morale ed umana per affrontare questa tornata elettorale. Il territorio della Provincia di Lecce è molto vasto, abbiamo bisogno di ogni risorsa umana disponile, è necessario avere la capacità di far vivere nella campagna elettorale i tratti importanti delle nostre idee, di ciò che la Cgil ha messo in campo in questi ultimi tre anni mobilitando milioni di lavoratori, di giovani, di pensionati e di cittadini; di come ci siamo impegnati a difendere i diritti di chi lavora; di come ci impegnamo a difendere e valorizzare il lavoro pubblico; di come ogni giorno su ogni più piccolo posto di lavoro lottiamo per difendere la dignità di chi lavora".


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