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G.di Mantova-Le scuole chiuse per il Ramadan e il Capodanno cinese

Le scuole chiuse per il Ramadan e il Capodanno cinese Fa discutere la proposta della Campania: Cgil favorevole, no di Azione studentesca ROBERTA RIZZO ...

08/07/2004
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Gazzetta di Mantova

Le scuole chiuse per il Ramadan e il Capodanno cinese
Fa discutere la proposta della Campania: Cgil favorevole, no di Azione studentesca
ROBERTA RIZZO


MILANO. Più consensi che polemiche per la chiusura delle scuole nel periodo del Ramadan o del Capodanno cinese o della Pasqua ebraica. La proposta della giunta regionale della Campania, che autorizza i dirigenti scolastici a utilizzare i giorni, che ogni istituto può gestire autonomamente, per favorire l'integrazione etnica e religiosa, incontra numerosi pareri favorevoli. "Il fatto che nelle scuole italiane ci siano molti alunni musulmani o cinesi o ebrei è una realtà", spiega il segretario della Cgil Scuola, Enrico Panini, "e l'integrazione è necessaria. Ritengo sia molto utile questa proposta nata in Campania e mi auguro che si estenda velocemente anche in altre regioni italiane. D'altra parte è una conseguenza naturale quella di creare un'armonia nella scuola rispettando le diverse religioni. Il nostro Paese sta vivendo la grande immigrazione e se guardiamo Francia e Germania ci accorgiamo che sono ben più avanti di noi proprio negli ambiti scolastici. Però", sottolinea Panini, "tengo a precisare che è in atto uno scontro con il ministro per l'Istruzione Moratti proprio sul tema dell'integrazione multietnica. Infatti sono continui i tagli alle risorse per le attività di questo tipo. E dunque il ministro non sembra voler favorire per nulla l'ingresso dei bambini extracomunitari nelle nostre scuole. Cito solo un dato", conclude il segretario della Cgil Scuola, "esistono ben 196 lingue nel mondo e parecchie oramai sono parlate anche in Italia e dunque cosa dovrebbero fare i bambini che frequentano le nostre scuole? E allora ben venga rispettare anche le feste religiose di altre fedi che non siano quella cattolica".
Anche il presidente nazionale delle scuole cattoliche (Fidae), don Antonio Perrone è d'accordo con questa iniziativa perché, come sottoliena, "è gestibile in piena autonomia da tutte le scuole. Se i dirigenti scolastici, genitori ed alunni lo vogliono perché non attuarlo? Si tratta di rispetto, di cultura, di democrazia. Magari ciò accadesse anche in altri Paesi del mondo dove, invece, si pratica la guerra e lo scontro tra le religioni vediamo tutti i giorni a cosa porta".
Sull'onda della Campania si è aggiunta anche la Basilicata, infatti il calendario scolastico dà la possibilità ai dirigenti di tenere conto delle festività religiose non cattoliche. Anche i Verdi hanno applaudito alla proposta della Campania mentre un no secco arriva invece da Azione studentesca: "Il nostro non è un pregiudizio razziale" dice Michele Pigliucci, responsabile nazionale, "ma il fatto è che che questa novità non favorisce l'integrazione etnica e religiosa. Per noi l'integrazione non si ottiene rinnegando le nostre radici sostituendole con le tradizioni altrui. E' paradossale che in un periodo in cui si discute di sradicare le radici culturali del nostro popolo togliendo persino il crocifisso dalle aule, si arrivi a festeggiare date che non ci appartengono". Le polemiche non mancano. Ma la strada per una maggiore consapevolezza e rispetto delle diverse fedi esistenti nel mondo sembra oramai aperta.


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