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Sconcerto ed opposizione di Alberto Melis - 22-05-2003 Delibera contro la Riforma Moratti COLLEGIO DEI DOCENTI 6° CIRCOLO DIDATTICO "IQBAL MASIH" DI QUARTU SANT'ELENA (CAGLIARI) Mo...

22/05/2003
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Fuoriregistro

Sconcerto ed opposizione
di Alberto Melis - 22-05-2003

Delibera contro la Riforma Moratti

COLLEGIO DEI DOCENTI 6° CIRCOLO DIDATTICO "IQBAL MASIH" DI QUARTU SANT'ELENA (CAGLIARI)

Mozione del Collegio dei Docenti sulla Legge Delega, la bozza di Decreto Delegato del Ministro dell'Istruzione Moratti e su linee guida e formazione

I docenti del 6° Circolo Didattico di Quartu S.E. (Cagliari), nella seduta di martedì 20 maggio 2003, dopo aver preso visione della Legge n° 53-2003, dello schema di Decreto Legislativo sulla definizione delle norme generali relative alla scuola dell'infanzia ed al primo ciclo dell'istruzione, e delle disposizioni dell'Amministrazione Scolastica Regionale della Sardegna in relazione alla Comunicazione del Ministero del 10 aprile a firma del Dott. Pasquale Capo sul "piano di formazione a sostegno dell'avvio della riforma degli ordinamenti scolastici", nonché dei documenti preparatori agli altrettanto prossimi corsi di formazione/aggiornamento

ESPRIMONO

con fermezza sconcerto e opposizione a tale progetto nel suo insieme.

Il Collegio dei Docenti rileva, sul piano generale, il carattere retrivo, autoritario e discriminante della "Riforma" (intenta a riportare la scuola pubblica italiana indietro nel tempo di alcuni decenni e a smantellare le stesse basi del diritto allo studio uguale per tutti).

Il Collegio denuncia in modo più specifico:

- gli stravolgimenti che s'intendono porre in essere nella scuola elementare;
- l'opera di disinformazione condotta capillarmente nei confronti dell'opinione pubblica;
- i meccanismi attraverso i quali si vorrebbe da una parte dare avvio concreto alla riforma e dall'altra impedire ogni forma di dissenso da parte della classe docente.

Per quanto concerne il profondo mutamento che ci si appresta a concretizzare nella scuola elementare - scuola primaria, gli insegnanti:

- condannano e rigettano l'abolizione della finalità "della formazione dell'uomo e del cittadino" secondo i principi della Costituzione, ritenendo che alla base di tale disconoscimento agisca l'intento di mortificare il valore ideale della stessa Costituzione Italiana e di negare il principio dell'insegnamento uguale per tutti, fondato sulla laicità, sulla condivisione, sulla libertà d'espressione;
- condannano e rigettano l'abolizione del tempo pieno e del sistema modulare con la riduzione dell'orario scolastico a 27 ore per tutti gli alunni, ritenendo che tale riduzione vada a ledere gli essenziali diritti degli utenti. Rilevano inoltre la sconcertante non curanza e il drammatico dilettantismo con i quali si sottace il problema dell'abnorme abbondanza di contenuti in relazione alla contrazione dell'orario: cosa che di fatto imporrà tempi ancora più serrati all'attività scolastica, spazzando via per sempre l'utopia dei "tempi distesi" dell'apprendimento e provocando un netto peggioramento della qualità dell'offerta formativa;
- condannano e rigettano la scelta di rendere opzionale un'altra quota dell'orario scolastico, peraltro in un quadro di assoluta confusione normativa;
- condannano e rigettano la scelta che tale quota opzionale sia sottoposta ai "desiderata" delle famiglie, e che in assenza di figure professionali interne capaci di esaudire tali desiderata, la scuola debba affidare parte dei suoi compiti ad agenzie private esterne;
- condannano e rigettano il provvedimento che permette l'ingresso alla prima classe di bambini di cinque anni e mezzo d'età, rilevando come, ancora una volta, alla base di tale provvedimento non esista nessuna logica, essendo del tutto estranea alla scienza psico-pedagogica moderna l'istanza di accelerare i tempi del naturale sviluppo cognitivo del bambino, cosa ritenuta di per sé negativa e controproducente. Rilevano inoltre, anche in questo caso, il dilettantismo e la non curanza con cui ci si appresta a creare delle classi prime fortemente disomogenee, con bambini cognitivamente, affettivamente ed emotivamente capaci di seguire i normali percorsi educativi elaborati in decenni di esperienza magistrale e altri che potrebbero rischiare invece di trovarsi in uno stato di grave incapacità;
- condannano e rigettano la cieca cesura con la quale si è voluto spazzare via il patrimonio di esperienza nell'insegnamento costruito faticosamente negli ultimi 15 anni, imperniato sulla condivisione e sulla collaborazione tra docenti del team (e le trentennali esperienze di Tempo Pieno), attraverso cui si concretizza quella unitarietà dell'insegnamento e si promuove quell'unità della conoscenza che oggi viene disconosciuta dalla Riforma. Rilevano, inoltre, che l'imposizione di una figura culturalmente predominante, il tutor, e di figure ad essa subalterne, i docenti dei laboratori o diversamente impiegati, sottintende una inaccettabile gerarchizzazione delle discipline e delle conoscenze, ed una loro autentica polverizzazione;
- condannano e rigettano, quindi, la divisione tra insegnanti tutor e insegnanti "altri", quale malcelato tentativo di creare una gerarchia nei ruoli che lede la dignità dei docenti; gerarchia che l'ordinamento legislativo attuale peraltro non prevede, essendo la funzione docente tutelata non solo dal principio della libertà dell'insegnamento, ma anche dalla piena responsabilità e dal pieno controllo del proprio agire, in termini di programmazione del lavoro, di potestà decisionale e di rapporti con le famiglie dei discenti;
- condannano e rigettano la scelta di costruire un ruolo subordinato per docenti non - tutor, i cui pareri sulla programmazione del lavoro e sulla costruzione e articolazione dei cosiddetti "piani di studio personalizzati", sarebbero non vincolanti ma di tipo genericamente "consultivo": anche in questo caso, oltre alla dignità del ruolo docente, a pagarne le conseguenze sarebbe l'unitarietà dell'insegnamento e l'unità della conoscenza, entrambe annientate in una scala gerarchica nella quale i percorsi didattici, le scelte educative e le strategie d'insegnamento sarebbero sottoposte al vaglio finale di un unico insegnante, il tutor;
- condannano e rigettano la scelta di lasciare alla sola discrezione dell'insegnante tutor - previa "consultazione con i docenti altri" - il potere di decidere a quali attività, un bambino piuttosto che un altro, è degno e meritevole di partecipare alle specifiche attività nei laboratori, ovvero quale piano personale di studio potrà seguire, ovvero a quale "gruppo di livello" dovrà appartenere, ritenendo che il democratico sistema di condivisione e di pari dignità tra docenti del team, che questa Riforma spazza via, fosse il più valido strumento per garantire uguale trattamento e uguali opportunità a tutti gli alunni;
condannano e rigettano la sola ipotesi che taluni alunni possano essere ritenuti meritevoli di accedere a determinate attività e taluni alunni no: si verrebbe così ad attuare una forma di discriminazione, o a gettare le basi perché tali forme di discriminazione possano impunemente compiersi, eventualità che oltre ad essere di per sé ignobile disconosce tanto i dettami della moderna scienza psico-pedagogica (che suggerisce, secondo le diverse capacità, approcci diversi allo stesso sapere e non approcci a saperi "superiori" per gli uni e a saperi "inferiori" per gli altri), quanto l'esperienza venutasi a costituire nel corso dei decenni nella scuola elementare italiana, sinora portata ad esempio in tutto il mondo per la sua capacità di assicurare a tutti lo stesso diritto all'istruzione;
- condannano e rigettano l'inettitudine, l'approssimazione e la confusionarietà con cui si vorrebbe che questa riforma prendesse avvio: in assoluta mancanza di un quadro legislativo definito e compiuto e con indicazioni assolutamente carenti sotto ogni punto di vista, nei pochi documenti resi sinora di dominio pubblico;
- condannano e rigettano l'arroganza con la quale i pareri espressi dai docenti nelle istituzioni deputate, quali gli organi collegiali in questo ultimo anno, fortemente critici nei confronti di una Riforma ritenuta nefasta, siano stati ignorati;
- condannano e rigettano l'arroganza e la malafede con cui si sono sbandierati, presso l'opinione pubblica, i "risultati positivi" della cosiddetta "Sperimentazione Moratti". In realtà essa - già rifiutata dal 99 per cento delle scuole statali all'inizio di questo anno scolastico - non ha avuto nessun crisma scientifico per poter essere definita "sperimentazione", essendo limitata ad un numero esiguo di scuole (nella maggioranza private), essendo temporalmente inidonea ed inadeguata ed essendo, infine, mancato un vero e proprio gruppo di controllo ed una corretta verifica dei risultati;
- condannano e rigettano il paradossale tentativo di porre tale "sperimentazione", quale faro d'orientamento per l'avvio della vera e propria Riforma nei primi mesi dell'anno scolastico a venire;
- condannano e rigettano il tentativo di mettere in atto i corsi di "auto"aggiornamento previsti a partire dal prossimo mese di giugno, basandosi sulla cosiddetta Sperimentazione Moratti, che nulla per l'appunto ha sperimentato, e imponendo quale obbiettivo principale di detti corsi l'informazione e la supina "condivisione" dell'impianto della Riforma.

Nello schema di Decreto Legislativo Delegato (art. 13), si sostiene altresì che per l'attuazione della "riforma" sono avviate dall'anno scolastico 2003-2004 la prima e la seconda classe della scuola primaria mentre nella Comunicazione di Servizio del 10 aprile 2003 si segnala che il piano di informazione/formazione è accompagnato da "linee guida" le quali praticamente si riferiscono alla applicazione delle Indicazioni e Raccomandazioni contenute nella cosiddetta sperimentazione di cui al DM 100-2002, a partire dalla individuazione delle nuove figure del "docente referente dei processi di riforma" e del "docente tutor". Si aggiunga che il Direttore Scolastico Regionale della Sardegna, dott. Armando Pietrella, nel comunicare alle scuole le iniziative di formazione per dirigenti scolastici e referenti ha dichiarato che "appare pertanto indispensabile avviare l'attività di informazione-formazione di tutti gli operatori delle scuole dell'infanzia e primarie, che saranno coinvolti già dal prossimo primo settembre nell'attuazione della riforma, per confrontarsi sui compiti, sulle valenze interne ed esterne dell'innovazione e sulle ripercussioni organizzative".
Ciò è palesemente illegittimo. La comunicazione di servizio è uno strumento che, in genere ed in particolare su delicate materie come la modifica dell'ordinamento scolastico, consente al Ministero ed alle Direzioni Regionali di divulgare informazioni ma non può essere assolutamente utilizzata per anticipare e dare attuazione al processo di riforma, che deve seguire un altro e più complesso iter.
Occorre infatti, come primo passo, una delibera del Consiglio dei Ministri che approvi l'apposito decreto delegato, delibera che fino ad oggi non esiste. Occorre poi acquisire i pareri del Consiglio Nazionale dell'Istruzione, della Conferenza stato-regioni e delle commissioni competenti di Camera e Senato, che hanno a disposizione 60 giorni per pronunciarsi. Infine, il decreto deve tornare al Consiglio dei Ministri per l'approvazione definitiva e poi passare alla Corte dei Conti per la registrazione.
Prima della realizzazione di questo percorso, previsto dalla Costituzione e dalla legislazione vigente, nessuna anticipazione del processo di riforma può essere attuata ed ogni atto al riguardo è palesemente illegittimo.

Per questi motivi il Collegio dei Docenti di scuola elementare del 6° Circolo "Iqbal Masih" di Quartu Sant'Elena (Cagliari):

- dichiara di essere contrario allo stravolgimento degli attuali ordinamenti della scuola elementare e ritiene, inoltre, che allo stato attuale delle cose e in assenza delle necessarie norme legislative la cosiddetta riforma non possa essere applicata dal prossimo anno scolastico;
- dichiara, altresì, che non vi sia alcun obbligo di espletare nel mese di giugno alcuna attività di autoaggiornamento e delibera, comunque, di non intendere attivare tale attività.
Gli/le insegnanti, per tutti i motivi succitati, indicono lo stato di agitazione permanente e fanno appello a tutti/e i/le colleghi/e delle altre realtà scolastiche regionali e nazionali, nonché alle famiglie degli alunni di ogni diversa realtà, affinché si pervenga al più presto alla massima mobilitazione contro la Riforma Moratti.

Per tutte le ragioni che sono state evidenziate, il Collegio dei Docenti del 6° Circolo Didattico di Quartu S.E.

delibera di approvare la presente mozione

a maggioranza con 44 voti favorevoli, 1 contrario e 0 astenuti, espressi per alzata di mano.

Il Collegio delibera, altresì, che il presente documento venga trasmesso al Ministro della Pubblica Istruzione, al Direttore Scolastico Regionale, alla Stampa e consegnato all'incontro di formazione previsto in data 23 maggio 2003.

Quartu S.E., 20 maggio 2003


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