Fuoriregistro-E' questa la riforma di cui la scuola italiana aveva bisogno?
E' questa la riforma di cui la scuola italiana aveva bisogno? Antonio Gentile Andando all'osso e rifacendomi direttamente alla fonte (insospettabile :) https://www.forza-italia.it/ trovo il...
E' questa la riforma di cui la scuola italiana aveva bisogno?
Antonio Gentile
Andando all'osso e rifacendomi direttamente alla fonte (insospettabile :) https://www.forza-italia.it/ trovo il seguente questionario titolato "Le classifiche del buon governo" che traduce in 10 sintetici punti le proposte sulla scuola. Eccoli :
"1. L'abrogazione della riforma Berlinguer-De Mauro.
2. La preparazione specifica e approfondita (laurea triennale biennio di specializzazione) richiesta ai nuovi insegnanti.
3. La reintroduzione del voto di condotta.
4. La possibilità di anticipare l'ingresso alla scuola dell'infanzia e a quella del primo ciclo per i bimbi nati entro il 30 aprile.
5. La conferma dei tradizionali cicli scolastici: cinque anni di scuola primaria tre anni di scuola
6. L'articolazione della scuola secondaria (scuola superiore) in un"doppio canale" che comprende il sistema dei licei ed il sistema dell'istruzione e della formazione professionale, aventi pari dignità.
7. La possibilità per gli studenti che hanno compiuto il quindicesimo anno di età di alternare periodi di studio e di lavoro, sotto la responsabilità dell'istituzione scolastica o formativa, sulla base di convenzioni con imprese, enti pubblici e privati compresi quelli del terzo settore.
8. L'insegnamento obbligatorio di una lingua straniera e delle tecnologie informatiche già nella scuola primaria.
9. La presenza nei piani di studio di una quota di materie riservata alle regioni e relativa alle realtà
10. La garanzia della possibilità di cambiare indirizzo all'interno del sistema dei licei, e di passare dal sistema dei licei al sistema dell'istruzione e della formazione professionale, e viceversa."
Sfrondando ulteriormente le ripetizioni già evidenti in questo testo e restando sempre nell'ambito della medesima fonte, i punti si riducono a 5
"DIPARTIMENTO SCUOLA: ecco i 5 punti irrinunciabili per migliorarla '#8211; 17 gennaio 2002
''I fattori irrinunciabili per migliorare il sistema educativo sono: innalzare la qualità complessiva del sistema di istruzione e della formazione professionale; pari dignità educativa e culturale del sistema
dell'istruzione; diritto delle famiglie di vedere ampliata la flessibilità dell'offerta; avvio alto e qualificato dell'ipotesi di alternanza scuola e lavoro; rinnovata formazione degli insegnanti per liberare il percorso formativo da automatismi e rigidità."
E' questa la posizione illustrata da Forza Italia, nel corso di un seminario di studi sulla riforma della scuola che si e' svolto oggi...."
Piu' che commentare ciascuno dei 5 punti osservo che il fuoco di interesse non si troverà entro questo recinto ma fuori, in ciò che il recinto ha messo in ombra:
1) come le scuole contribuiscono a definire il senso e i contenuti dell'autonomia ?
Nota :la parola "autonomia scolastica" tende a divenire sempre più marginale nei documenti. Sul sito https://www.istruzione.it/index.shtml se vai al link Autonomia, sei portato su vecchie pagine non piu' aggiornate : trovi progetti ormai oscurati e senza alcun collegamento con i reali progetti nazionali in corso. Faccio un esempio : Ho letto ieri la circolare Prot. n.2911 del 31/10/02 "Il giorno della memoria"(Legge 211/2000) che invita le strutture periferiche "a costituire, presso i rispettivi Uffici, un apposito gruppo di lavoro che possa adeguatamente seguire, orientare e sostenere le scuole che intendano partecipare al Concorso". Ma non c'erano già le commisioni provinciali, le scuole polo,i tutor di storia creati con reti verticali ed orizzonali negli anni passati
proprio per questi compiti ?
Vai a alla pagina MIUR
https://www.istruzione.it/argomenti/autonomia/progetti/default.htm e trovi
ancora il Progetto Storia del Novecento ".... La gestione del Progetto si è giovata della costituzione di Commissioni provinciali di studio (previste dalla Direttiva 4.11.1996, n.681) che hanno predisposto programmi d'azione coerenti con i bisogni rilevati e con le risorse disponibili nel territorio. In particolare le Commissioni hanno promosso la costituzione di reti verticali e/o
orizzontali di scuole per lo sviluppo della formazione dei docenti, la progettazione
diattività sperimentali e la documentazione delle esperienze effettuate. In questi compiti le Commissioni si sono avvalse del lavoro dei tutor appositamente formati. Monitoraggio L'andamento del progetto è stato verificato attraverso conferenze di servizio che nel 1997 e nel 1999 hanno
fatto il punto della situazione nelle varie province. Per gli anni 1998 e1999 è poi stato effettuato un monitoraggio sistematico delle attività svolte. I dati così rilevati sono attualmente in fase di elaborazione. "
Ma non e' così. Di questa elaborazione i diretti interessati non sanno più nulla.Per via indiretta si apprende ora che della formazione, della rete, dei tutor, del lavoro avviato... non c'e' più niente
Ecco serve "un apposito gruppo di lavoro che possa adeguatamente seguire,orientare e sostenere le scuole che intendano partecipare al Concorso"....
2) quale spazio e' dato al protagonismo dei docenti per definire il loro nuovo ruolo, formazione, aggiornamento,etc.? Nota : Come si può parlare di ruolo centrale del docente, di ruolo strategico della formazione, senza prevedere forma alcuna di valorizzazione del protagonismo di chi già opera nella scuola nella ricerca di modelli tutti da costruire per la formazione, mentre invece si punta su modalità verticali e trasmissive, su certificazioni e patenti come molla di "nuova formazione" ?
Michele Prospero
Non credo che questo paradigma sia il più adeguato per rispondere alle effettive esigenze di una società che la retorica ufficiale definisce società della conoscenza e dell'informazione. Ma l'Italia è ormai il paese di "Romolo e Remolo", delle corna esibite nei vertici internazionali, delle barzellette e sugli insegnamenti di geopolitica di mamma Rosa. Se questa è la cultura, il carattere nazionale esibito, c'è poco da confidare in una rigenerazione attraverso la cultura. O meglio, solo la cultura e la scuola potrebbero salvare dalla crisi di cittadinanza. Ma proprio per questo preferiscono che si diffonda il degrado e cadano verso il basso tutti i parametri della cultura civica. L'azienda Italia, come la chiamano, può fare a meno dello scuola e dello spirito pubblico in generale: le bastano partiti azienda, statisti ridicoli, tv spazzatura. Per capire questa italietta profonda bisogna rileggere Leopardi.
Osvaldo Roman
Ma che cosa è in positivo la riforma della destra? La delirante maxiprecettistica di Bertagna e dei suoi incappucciati? Il ritorno al maestro unico, il ricorso alla valutazione ispettiva e alle bocciature biennali,l'abolizione del tempo pieno.Oppure la riduzione del sostegno economico all'obbligo scolastico come condizione per far tornare alla formazione professionale quel contingente numerico che l'aveva abbandonata. O anche l'illusione reazionaria di aggiungere a tale contingente anche una più larga fascia di quanti, impropriamente per ceto sociale di appartenenza, si erano permessi di avventurasi sulla strada di una formazione generale più qualificata