Fuoricorso, è polemica sull’aumento delle tasse
Gli studenti: pronti ascendere in piazza. Atenei divisi sui nuovi tributi. Martone: “Sfigati? Sì, lo direi ancora”
SALVO INTRAVAIA
Salvo Intravaia
ROMA
— Scoppia la polemica sull’aumento delle tasse per gli universitari fuoricorso. Dopo l’approvazione dell’emendamento sulla spending review, che consente agli atenei di aumentare le tasse fino a raddoppiarle, gli studenti minacciano di scendere in piazza. Per Mimmo Pantaleo, segretario generale della Flc Cgil, «l’idea che si possano recuperare i fuori corso attraverso l’aumento delle tasse universitarie è assurda e pericolosa».
«Dietro il fenomeno dei fuoricorso — continua Pantaleo — ci sono molteplici ragioni non sempre documentabili. Il rischio è la penalizzazione dei più deboli, perché chi è ricco potrà tranquillamente continuare a frequentare l’università anche con l’aumento delle tasse». Luca Spadon, portavoce di Link-Coordinamento universitario, aggiunge: «Il governo deve sapere che se continuerà a scaricare sugli studenti
il peso dei tagli, a settembre torneremo in piazza». La sola ipotesi di un incremento delle tasse fa saltare dalla sedia Giuseppe Del Barone, presidente nazionale del Sindacato medici italiani, che definisce il provvedimento in questione «un attentato allo studio, alla cultura e, in particolare, alla medicina: ci incateneremo all’ingresso del Quirinale, se è il
caso. Il percorso di studi in medicina — continua Del Barone — ha delle difficoltà oggettive. In quanti potranno permettersi di pagare 3mila euro all’anno per far studiare un figlio?». Luigi Frati, rettore dell’università La Sapienza di Roma, garantisce che nel suo ateneo «non ci saranno aumenti, ma il provvedimento rischia, mentre il Paese soffre, di buttare gente
fuori dall’università e consegnarla non al lavoro, ma alla malavita ».
In difesa del provvedimento si schiera Michel Martone, viceministro del Lavoro, celebre per avere definito “sfigati” proprio i fuoricorso, «ma lo direi ancora» — commenta — è stato un incentivo a spronare i giovani». La misura, secondo Martone «evita gli sprechi e spinge a laurearsi presto. Non riguarderà quelli che studiano e lavorano o che hanno avuto difficoltà per laurearsi». Anche Marco Meloni, responsabile Università della segreteria Pd, benedice l’iniziativa. «L’emendamento cancella la norma del decreto legge che avrebbe consentito quasi il raddoppio delle tasse agli studenti in corso e un aumento senza limite né criterio orientativo per i fuoricorso. Inoltre, tutte le risorse derivanti dagli incrementi delle tasse ai fuoricorso sono destinate a diritto allo studio e welfare studentesco».
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598.512
Gli studenti fuoricorso, su 1.781.786 iscritti (2010/2011)
33,59%
L’incidenza percentuale degli studenti fuoricorso in Italia
289.130
I laureati in Italia nel 2010/2011 (di cui 169.776 donne)
162.611
I laureati fuori corso in Italia, di cui 93.170 donne (2010/2011)
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