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Fuga dai banchi, ogni anno lasciano in 700mila

SULLA DISPERSIONE STIAMO LENTAMENTE MIGLIORANDO

02/10/2013
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Il Messaggero



ROMA Uno studente su cinque non ritorna a scuola. Si chiama «dispersione scolastica», è un fenomeno drammatico, che in Italia continua a mantenersi su medie molto elevate. Sono settecentomila bambini o ragazzi italiani, tra i 10 e i 16 anni, che abbandonano la scuola prima del tempo, non presentandosi all’inizio dell’anno oppure frequentandola talmente a singhiozzo che è come se non studiassero più. Il fenomeno in Italia è così elevato che nelle regioni del Sud raggiunge cifre doppie rispetto ad altri Paesi europei. Ma anche nella media nazionale, secondo i dati Eurostat, siamo maglia nera in Europa. La percentuale nazionale di abbandono degli studi è in Italia del 17,6% dei ragazzi. La media europea è pari al 14,1%, decisamente meglio vanno le cose in Germania (10,5%), in Francia (11,6%) e siamo lontani anche dalla Gran Bretagna (13,5%). Se ci limitiamo al Sud del nostro Paese la media è del 22,3%, mentre al centro-nord si ferma al 16,2%. Un dossier su questa emergenza nazionale è stato elaborato da Intervita Onlus, una Ong di cooperazione allo sviluppo. Sui dati nazionali, però, non tutto è negativo. Si può ragionevolmente guardare al futuro senza troppo pessimismo. C’è un miglioramento, sostanziale, rispetto alla situazione di inizio secolo, fatidico anno 2000, quando gli early school leavers (bambini che abbandonano la scuola) risultavano il 25,3%. Segnando un passo avanti verso gli obiettivi degli impegni europei riguardo all'istruzione, che prevedono una riduzione del tasso di abbandono scolastico al di sotto del 10% per l’anno 2020.
«C'è un lento miglioramento dei dati sulla dispersione - commenta il sottosegretario all'Istruzione Marco Rossi Doria - assolutamente insufficiente, e che deriva dallo sforzo immane delle scuole pubbliche». «Colpisce soprattutto - è il commento di Valeria Fedeli, vice presidente del Senato - che al Sud quasi un ragazzo su 4 abbandoni la scuola: in un circuito esponenziale che unisce dispersione scolastica e disoccupazione giovanile con la criminalità. Con un danno per la società che perde capitale umano». I ragazzi in fuga dalla scuola avrebbero un costo di oltre 70miliardi di euro e 4 punti di Pil, secondo una prima stima fatta dall’economista Daniele Checchi, dell’Università di Milano. Per indagare a fondo l’impatto economico e sociale del fenomeno della dispersione scolastica la Onlus Intervita, con l’associazione Bruno Trentin della Cgil e la Fondazione Giovanni Agnelli, dal prossimo mese avvierà una ricerca della durata di un anno su quattro province di riferimento: Milano, Roma, Napoli e Palermo.
A. Cam.


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