Flc: serve tavolo su nuovo modello contrattuale per settore conoscenza
L’aumento del tabellare deve essere garantito a tutti e nello stesso tempo si deve affrontare la questione del rapporto tra salario e obiettivi di miglioramento qualitativo dei servizi
"È importante la disponibilità del governo ad aprire il confronto sui contratti e sul testo unico di riordino del lavoro pubblico. Verificheremo sui tavoli politici e tecnici se quella disponibilità si tradurrà in atti concreti". Lo dichiara il segretario generale della Flc Cgil, Domenico Pantaleo, che aggiunge: "La prima condizione per rinnovare i contratti nei comparti della conoscenza è stanziare le risorse necessarie nella legge di stabilità per incrementare il salario, garantire l’allargamento e la esigibilità della contrattazione decentrata e rivedere le parti normative. L’aumento del tabellare deve essere garantito a tutti e nello stesso tempo si deve affrontare la questione del rapporto tra salario e obiettivi di miglioramento qualitativo dei servizi".
È "impraticabile - inoltre - l’idea che le risorse potranno essere trovate solo quando sarà superata la grave crisi del Paese. Per le scelte sbagliate dello stesso Governo, essa non sembra all’orizzonte. Prioritariamente deve essere superata la legge Brunetta, liberando definitivamente la contrattazione decentrata da limitazioni assurde e dalle procedure dei controlli burocratici da parte di ragioneria e Mef. Bisogna riportare alla contrattazione tutti quegli aspetti della legge sulla scuola che hanno sottratto materie fondamentali alla contrattazione".
Il sindacalista quindi prosegue: "Ribadiamo che per il personale della scuola non vi è alcuna disponibilità a cancellare gli scatti di anzianità, per sostituirli con il bonus previsto dalla legge 107/15, il cui esito disastroso è ormai provato. Siamo pronti su queste basi a confrontarci per un modello contrattuale e di relazioni sindacali che sia realmente innovativo, a partire dal rinnovo di un contratto nazionale che deve ispirarsi a partecipazione, confronto e responsabilità collettiva per cambiare in meglio i comparti della conoscenza", conclude