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FINANZIARIA/NIENTE CONCILIAZIONE,SINDACATI SCUOLA VERSO SCIOPERO

Confederali chiedono emendamento Finanziaria che sblocchi 150 mln

10/11/2006
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tentativo di conciliazione svolto oggi al ministero della Pubblica Istruzione a fronte dell'avvio delle procedure per lo sciopero messe in campo dai sindacati confederali della scuola. "La conciliazione si è conclusa con un nulla di fatto - fa sapere la Flc-Cgil - e nei prossimi giorni dovremo individuare, anche in relazione al dibattito sulla Legge Finanziaria, la data per lo sciopero generale".

I sindacati chiedono certezze sull'uso delle risorse contrattuali e una semplificazione dei passaggi burocratici successivi alla firma delle intese contrattuali per evitare inutili perdite di tempo per i lavoratori. Le due questioni preliminari sono rappresentate da un emendamento che il Governo si è impegnato a presentare proprio sui rinnovi contrattuali.

In particolare, i confederali si aspettano che vengano sbloccati i 150 milioni di euro derivanti da risparmi di sistema previsti nella scorsa Finanziaria. "Il ministero ci deve comunicare la disponibilità di queste somme - ha detto Massimo Di Menna, segretario della Uil scuola - si tratta di cifre derivanti da risparmi che dovevano essere già certificate nella loro disponibilità, destinati a valorizzare la professionalità docente e che dovrebbero aggiungersi ai 56 milioni di euro già certificati per il personale Ata. Attendiamo dal ministero una risposta scritta sulla disponibilità di quei soldi".

"Questi due aspetti - continua Di Menna - non sono il punto di arrivo sono precondizione per aprire il negoziato contrattuale. In loro assenza permane lo stato di agitazione dei lavoratori della scuola. Come Uil abbiamo nuovamente sollecitato un impegno del Governo per rafforzare la scuola pubblica, quella frequentata dal 94% degli studenti italiani, con un piano pluriennale di investimenti e la netta contrarietà a tagli nel settore dell'istruzione".

I confederali rivendicano anche maggiore attenzione per il precariato; per i lavoratori non docenti e tecnico-pratici trasferiti dagli enti locali allo Stato senza il riconoscimento degli anni di lavoro effettivamente prestati; per la carenza complessiva di risorse e strumenti per la scuola dell'autonomia e le negative riduzioni di organici e risorse introdotte nel comparto scuola.


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