Europa Quotidiano: Scuola, il balletto delle iscrizioni
Non c’è pace per le famiglie italiane.
Superato il trauma delle iscrizioni dello scorso anno, rinviate di un mese per elementari e medie, ora si ricomincia con la secondaria superiore. I ragazzi dovrebbero essere iscritti alla prima superiore entro la fine di febbraio 2010, ma le osservazioni critiche del consiglio di stato agli schemi di regolamento presentati dal ministro Gelmini e approvati dal consiglio dei ministri, hanno riaperto la possibilità di uno slittamento del termine della scelta degli studenti.
In pratica i giudici di palazzo Spada hanno mandato un “avvertimento” al Miur (non si tratta infatti del parere definitivo che dovrebbe arrivare prima della pausa natalizia): il testo, secondo il consiglio, andrebbe oltre la delega data al governo. Il primo dubbio riguarda obiettivi specifici di apprendimento, l’articolazione delle cattedre e la definizione degli indicatori per la valutazione che, secondo i giudici, non dovrebbero essere introdotti attraverso un semplice decreto ministeriale ma con l’approvazione di una legge. Sotto osservazione anche i cosiddetti “curricoli” imposti dal ministero dell’istruzione (il 20% al primo biennio, il 30% nel secondo biennio e il 20% nel quinto anno) e che andrebbero a cozzare con l’autonomia scolastica (già poco applicata, in verità). Scetticismo anche sui nuovi piani di studio e sui programmi ministeriali e forti perplessità sulla revisione degli organi collegiali che si trasformerebbero in dipartimenti composti da insegnanti scelti dai collegi dei docenti.
Il ministero fino a ieri aveva taciuto sui rilievi del consiglio e risposto solo alle opposizioni che avevano proposto un rinvio della riforma. La Gelmini aveva emesso un risentito comunicato stampa contro Manuela Ghizzoni e Giovanni Bachelet, rispettivamente capogruppo in commissione cultura di Montecitorio del Pd e presidente del Forum istruzione del partito, smentendo uno slittamento che i due parlamentari democratici associavano a un ordine del giorno accolto dal governo per finanziare la mancata approvazione della riforma con alcuni fondi dello scudo fiscale.
Ma non solo, la commissione cultura della camera aveva proseguito l’esame dei regolamenti e il presidente Aprea aveva presentato una proposta di parere sui tre schemi con la previsione di concludere i lavori della commissione entro e non oltre il 14 gennaio 2010. Questo «per consentire al governo di procedere agli adempimenti conseguenti, in tempi utili all’avvio del nuovo anno scolastico». La stessa Valentina Aprea che, poco dopo a Ilsussidiario.net, ha detto che, in effetti, a viale Trastevere si sta valutando l’ipotesi di rinviare le iscrizioni a marzo. Paola Fabi